Regione, politici e vedove insistono: nessun taglio ai vitalizi

L’Assemblea Fvg ha approvato a febbraio 2015 la legge che fino al giugno 2018 ha ridotto gli assegni, in media da 36 a 645 euro al mese. Il “super legale” Maurizio Paniz ha depositato il ricorso al Consiglio di Stato. In appello 49 ex chiedono il rimborso: «Risparmio irrilevante per la Regione»

UDINE. Non c’è interesse pubblico e nemmeno risparmio per il bilancio della Regione. Ne è convinto il “super legale” Maurizio Paniz, che ha depositato il ricorso ai Consiglio di Stato contro il taglio dei vitalizi di 49 ex consiglieri regionali, compresi quelli che sono stati anche onorevoli e le vedove.

Il legale di Belluno torna dunque in campo per gli ex politici del Fvg, dopo aver perso un primo round al Tribunale amministrativo regionale. Paniz, ex parlamentare di Forza Italia, è noto in regione per aver difeso (fino a ottenere l’archiviazione) Elvo Zornitta, l’ingegnere di Corva di Azzano Decimo, per anni accusato d’essere Unabomber, mentre a Roma da parlamentare persuase molti colleghi sul fatto che Silvio Berlusconi avesse la consapevolezza di una parentela tra Ruby e l'ex presidente egiziano Mubarak.

E in Veneto il super-avvocato ha invece assunto l’incarico da una sessantina di politici di difendere i loro vitalizi dai tagli, gli stessi tagli previsti in Fvg.

Paniz aveva presentato ricorso al Tar del Fvg chiedendo l’annullamento della delibera dell’Ufficio di presidenza del Consiglio – presieduto da Franco Iacop (Pd) – con cui a marzo 2015, in base alla legge varata dall’Assemblea regionale a febbraio, sono stati temporaneamente tagliati i vitalizi, da marzo 2015 fino al giugno 2018. Un taglio a scaglioni, dal 6 al 15 per cento in base al valore dell’assegno mensile lordo e dal 9 al 22,5 per cento per chi ha un doppio vitalizio, toccando solo quello regionale.

Tradotto, le riduzioni mensili hanno un valore che va da un minimo di 36,10 euro a un massimo di 645 euro, mentre in un solo caso – quello di Ferruccio Saro, che è tra i ricorrenti, come riportato nella tabella –, la mannaia della spending review ha portato a un calo mensile di 855 euro.

A novembre, però, i giudici amministrativi hanno stabilito che il caso dev’essere valutato dal tribunale ordinario, dichiarando quindi i ricorsi inammissibili per difetto di giurisdizione.

Il “super legale” si era già detto convinto che a decidere debba essere il Tar e dunque determinato a impugnare il “verdetto”, davanti al Consiglio di Stato e pronto, se necessario, ad arrivare fino in Cassazione. Il ricorso ai giudici romani è stato depositato, ma l’udienza non è ancora stata fissata.

Paniz chiede l’annullamento della sentenza del Tar e punta a una decisione proprio dei giudici amministrativi. Nelle 72 pagine di appello il legale ricorda che il Tar del Veneto, per un ricorso simile rispetto a quello degli ex consiglieri Fvg, ha dichiarato il difetto di giurisdizione e rinviato l’atto alla Corte dei conti, sentenza che anche in quel caso Paniz ha impugnato. In Lombardia, invece, contro il taglio dei vitalizi, la Corte dei conti nel 2015 ha rinviato la decisione al giudice ordinario.

E il legale riporta gli esempi di regioni limitrofe, proprio per evidenziare come «la tematica in discussione necessiti di una risposta uniforme e definitiva». Una risposta che per Paniz deve venire dal Tar «senza ulteriori “palleggiamenti di competenza” che finiscono unicamente con il rafforzare, in chi non è “un addetto ai lavori”, un senso di ritardata, se non denegata, giustizia».

Nel merito Paniz ritiene che la posizione dei ricorrenti sia stata lesa e pregiudicata «dal cattivo esercizio del potere amministrativo», perché il taglio è arrivato in corso di erogazione del vitalizio per «una sopravvenuta nuova ponderazione di asseriti (e non meglio precisati) interessi pubblici di riduzione della spesa».

La riduzione degli assegni, continua Paniz nel ricorso, non è quindi dipesa da un comportamento dei ricorrenti, ma da una diversa ponderazione dell’interesse privato che è stato affievolito da esigenze di ridurre la spesa pubblica. Paniz fa anche i conti. E appoggia sul tavolo dei giudici romani uno 0,0065 per cento, che secondo lui corrisponde al “peso” dell’operazione del taglio dei vitalizi sulle casse della Regione.

L’avvocato parte dal bilancio del Fvg del 2013, chiuso con un avanzo di amministrazione di 848 milioni 934 mila 963 euro, e sostiene che applicando i tagli previsti alle pensioni degli ex, il risparmio annuale per il bilancio dell’amministrazione è di 519 mila euro, cifra che, calcolando anche il minor gettito Irpef che deriverebbe alla Regione, si abbassa a 435 mila euro.

«E poichè il bilancio della Regione nel 2014 – si legge nel ricorso – è stato di 6 miliardi 714 milioni, il risparmio realizzato dagli interventi in questione corrisponde allo 0,0065 per cento del bilancio regionale.

A fronte di questo inesistente vantaggio, va considerato il consistente vantaggio che deriva ai ricorrenti che sin dal 2006 subiscono la riduzione del 10 per cento del loro assegno». L’operazione del Consiglio, insomma, per Paniz è strumentale e pretestuosa nel riferimento al contenimento della spesa pubblica.

Il “verdetto” romano è atteso entro un anno.

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