Renzulli: servono soluzioni condivise in nome della vita e della dignità

UDINE.
Il neo-presidente della Quiete, Gabriele Renzulli, è stato uno dei principali artefici della vicenda di Eluana Englaro, assecondando la volontà del padre Beppino di trasferirla a Udine per eseguire la sentenza della Cassazione di Roma che autorizzava la sospensione delle terapie grazie alle quali la donna era tenuta in vita. Secondo la Cassazione, infatti, bisognava dare seguito alla volontà che Eluana aveva espresso da giovane e prima dunque dell’incidente verificatosi nel lontano gennaio 1992.
Commentando la breve dichiarazione dell’arcivescovo sul caso-Eluana («Mai più casi drammatici simili qui a Udine»), Renzulli ha affermato che il dialogo deve sempre prevalere. «Sono infatti convinto – ha aggiunto – che se mi mettono in campo l’impegno e la volontà si riesce sempre a trovare soluzioni condivise in nome sia della vita sia della dignità». E poco prima, portando il suo saluto natalizio agli anziani e alle altre persone, il presidente della Quiete aveva definito la casa di riposo «un luogo di fede, di speranza, di serenità e di vita».
Renzulli ha poi aggiunto di esser orgoglioso del nuovo incarico. «L’obiettivo – ha commentato – è quello di lavorare con serenità per dare risposte concrete e umane ai tanti bisogni sia degli ospiti, sia dei loro familiari. La Quiete – ha detto ancora – è consapevole del delicato compito che le viene richiesto, ma con la collaborazione di tutti sarà in grado di essere un punto di forza nella risposta che la città di Udine vuole dare a queste problematiche e a queste fasce di persone».
L’Asp (Azienda per i servizi alla persona) La Quiete è la residenza per anziani più grande della regione con 443 ospiti e oltre 340 dipendenti impegnati nelle quattro residenze dell’Azienda: Morelli de Rossi, Lodi, Venerio e Morpurgo Hofmann. Una realtà molto complessa che richiede un continuo e costante impegno. Un dato su tutti: dei 443 ospiti presenti, 60 fanno riferimento alla Rsa (Residenza sanitaria assistenziale) mentre altri 90 sono sanitarizzati. Non solo, ma circa il 70 per cento dei 380 ospiti (i 430 meno i 60 delle Rsa) presenta, a vari livelli, diversi gradi di problemi tipo cognitivo (dalla demenza lieve fino all’Alzheimer). Le persone effettivamente autosufficienti e autonome, e dunque capaci di avere una vita propria, sono soltanto 5.
L’assistenza viene garantita 24 ore su 24 dalla presenza infermieristica e dagli operatori in ottemperanza all’ultima normativa del 2008 sulle strutture protette. La presenza medica è assicurata tutti i giorni della settimana dalle ore 8 alle 20 con una pronta disponibilità notturna su chiamata. Garantiti anche la presenza di fisioterapisti sia per le Rsa sia per la casa di riposo e il servizio dedicato all’animazione (Riabilitazione psico-sociale).
Le pietanze sono garantite da una cucina interna appaltata a una ditta. Il menu è personalizzato per quanto concerne le diete speciali, mentre per l’alimentazione “libera” è stato scelto un menu che cambia ogni 5 settimana e che incontra i desideri degli ospiti.
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