Rex e Zoppas, l’ultimo strappo

Nel 2015 sui marchi non deciderà più Porcia. Sindacati e lavoratori ne vogliono capire il futuro

Lo spettro dell’eliminazione dei marchi storici Rex e Zoppas per promuovere il brand Electrolux potrebbe concretizzarsi entro il 2015: un altro legame col territorio verrebbe così reciso da quella che, tra gli addetti ai lavori, è per ora definita solo “brand migration”, migrazione del marchio.

Rex e Zoppas sono due simboli della creatività made in Pordenone, marchi che hanno portato un po’ della provincia nel mondo. «In questo modo – fanno sapere fonti vicine ai dipendenti del sito di Porcia –, i marchi storici non saranno più legati all’Italia e i prodotti non rappresenteranno più il simbolo del nostro territorio. Un altro pezzo di storia che se ne va».

Il rammarico, già così, è profondo. E questa sorta di senso di abbandono diventa ancora più forte nelle settimane che precedono la chiusura dell’ente Provincia. Settimane, in cui, sta anche per essere completato il trasferimento di alcuni uffici dallo stabilimento Electrolux di Porcia ad altre sedi ossia quelle di Milano e Stoccolma.

Raggruppare i due marchi storici in uno unico potrebbe rappresentare solamente un passaggio amministrativo, ma le preoccupazioni restano e sono elevate, tant’è che le forze sociali hanno annunciato che approfondiranno la questione a breve, sia negli incontri tra l’azienda e i rappresentanti sindacali nazionali sia nei tavoli che saranno convocati a livello locale entro metà ottobre. Sulla questione l’azienda non si è sbilanciata: si è limitata a fare sapere che «il doppio brand Rex-Electrolux è già partito da tempo». Troppo presto per tirare le somme: qualsiasi conclusione, oggi, potrebbe risultare affrettata. Ma l’interrogativo sui riflessi che questa “cancellazione” dei marchi storici potrebbe avere rimangono. Quanto al trasferimento degli uffici, l’azienda ha fatto sapere che «sta procedendo da qualche mese ed è in fase di completamento».

Si tratta degli uffici che si occupano del settore commerciale e dell’area relativa al design. Una ventina di persone sarebbe già a casa da luglio: come prospettato, infatti, sono previsti esuberi non soltanto tra gli operai, ma anche tra gli impiegati, che usufruiscono della cassa integrazione. «Dagli uffici di Porcia stanno portando via tutto – hanno raccontato fonti vicine ai lavoratori –, dal personale ai quadri, agli appendiabiti e persino ai cestini. Da qui al non esserci più nulla in una Pordenone ormai deserta il passo è brevissimo».

Pure il fatto che gli svedesi abbiano “eliminato” i dirigenti storici del gruppo, con radici friulane e venete, ponendo ai vertici - amministratore delegato, risorse umane e controllo di gestione - tre figure da fuori regione viene letto come segnale di una precisa strategia della multinazionale. «Tre donne milanesi ai vertici - hanno proseguito -, felici di non stare più a Porcia». Non va poi dimenticato che tutti i timori sul futuro del sito di Porcia sono alimentati pure dal fatto che il progetto di reindustrializzazione dello stabilimento – che dovrebbe scongiurare 150 esuberi – non è stato ancora delineato. C’è tempo sino al 2017, ma sindacato e istituzioni hanno sottolineato più volte che è bene procedere subito.

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