Riabilitazione, l’ospedale perde il capo della fisiatria

SACILE. Quale futuro per la riabilitazione a Sacile? È questo l’interrogativo d’attualità nella sede ospedaliera di via Ettoreo a fronte della prossima uscita di scena del dottor Fabio Sartor, direttore della struttura complessa di medicina riabilitativa di Pordenone e Sacile.
Il fisiatra, infatti, da settembre lascerà il “Santa Maria degli Angeli” per prendere servizio al Policlinico “San Giorgio”. E sul futuro della riabilitazione in riva al Livenza abbiamo sentito il primario Giorgio Siro Carniello.
«Il progetto riabilitazione a Sacile – spiega l’ex assessore alla sanità – è partito nel 2011 dopo un lungo periodo di gestazione necessario per la definizione del modello organizzativo e la costruzione di percorsi integrati tra le diverse figure professionali. Dagli iniziali 5 posti letto, nel 2012 si è passati a 10 con la prospettiva, prevista nel piano attuativo ospedaliero 2013, di incrementare a 15 la dotazione dei letti di degenza. In questo contesto l’uscita di scena del dottor Sartor certamente costituisce elemento di criticità nel processo di implementazione della funzione riabilitativa a Sacile essendo ben nota la sua grande competenza e lunga esperienza nel campo riabilitativo. Pur tuttavia sono assolutamente convinto che il direttore del nuovo Dipartimento di medicina riabilitativa e neurologia dell’Azienda ospedaliera, dottor Vincenzo Rucco, cui afferisce la struttura riabilitativa di Sacile saprà con capacità ed equilibrio governare questa incombente complessità con il sostegno e la fiducia della Direzione aziendale che non ha mai smesso di credere in questa tipologia di intervento e di appoggiare lo sviluppo di questa funzione presso la sede di Sacile. Viviamo del resto – continua il primario – tempi difficili, con risorse limitate e bisogni in continua lievitazione che mettono a dura prova amministratori, professionisti ed utenti».
«Nonostante tutto e non senza fatica – aggiunge il dottor Carniello –, seppure con ritardo, è stata definitivamente acquisita la figura professionale della logopedista. Presto, inoltre, sarà la volta della neuropsicologa e, successivamente, del terapista occupazionale».
Secondo Carniello, quindi, non è assolutamente ipotizzabile un arresto o un deragliamento del progetto riabilitativo presso la sede ospedaliera di Sacile. «Anche perché – precisa il primario – la degenza riabilitativa intensiva si incardina perfettamente con l’offerta, già presente a Sacile, di riabilitazione estensiva (Rsa), ambulatoriale e domiciliare, erogata dall’azienda territoriale, e con la degenza post-acuta garantita dalla struttura complessa di Medicina».
«Per quanto è nelle mie possibilità – conclude Carniello - assicuro fin da ora tutto il mio supporto e del personale della Medicina interna e post-acuzie di Sacile al dottor Rucco, ai colleghi fisiatri e a tutto il team professionale dell’Area tecnica e del comparto, che operano all’interno del Modello Sacile, affinché il progetto della riabilitazione possa continuare a crescere e svilupparsi assicurando all’utenza una risposta sempre più appropriata e di qualità».
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