Riccardi vicecommissario:ipotesi di rimpasto

Il governatore Renzo Tondo è pronto a nominare l’assessore alle infrastrutture Riccardo Riccardi (nella foto) subcommissario per la terza corsia, affidandogli il ruolo operativo nella realizzazione del megacantiere da 1,19 miliardi di euro. E in Regione si apre, improvvisamente nel bel mezzo dell’estate, l’ipotesi di un rimpasto di giunta. Rimpasto che vedrebbe le dimissioni di Riccardi e l’ingresso di un esponente di An, probabilmente Franco Baritussio.
di Tommaso Cerno


UDINE.
Il governatore Renzo Tondo è pronto a nominare l’assessore alle infrastrutture Riccardo Riccardi subcommissario per la terza corsia, affidandogli il ruolo operativo nella realizzazione del megacantiere da 1,19 miliardi di euro. E in Regione si apre, improvvisamente nel bel mezzo dell’estate, l’ipotesi di un rimpasto di giunta. Rimpasto che vedrebbe le dimissioni di Riccardi e l’ingresso di un esponente di An, probabilmente Franco Baritussio. Ma che già registra movimenti sotterranei nel Pdl per tentare il blitz e mettere sul tavolo altre ipotesi. Col rischio di un polverone di mezza estate.


L’ipotesi rimpasto.
Sì perché il super-assessore del Pdl, in quota Alleanza nazionale, potrebbe – se Tondo glielo chiederà – lasciare l’esecutivo per dedicarsi alla terza corsia e liberare così un posto nella squadra di governo del Friuli Venezia Giulia. Posto ambito e che – viste le correnti interne di An – andrebbe con ogni probabilità all’ex sindaco di Tarvisio e consigliere regionale Franco Baritussio, scatenando le polemiche interne fra gli altri papabili, primo fra tutti l’ex vicepresidente della giunta Paolo Ciani le cui azioni sono però da tempo in ribasso alla corte del potente senatore Giovanni Collino, leader del partito di Fini in terra friulana.


Il rischio politico.
Ma non sarebbero le scintille della destra l’unico rischio di incendio cui il governatore Tondo, al quale finora tutto è filato liscio, dovrebbe fare fronte. Per prima cosa l’assessore Riccardi non potrebbe certamente fare solo il subcommissario. Si tratta, ripetono in Regione, di un ruolo tecnico operativo che dovrebbe essere conciliato con un incarico a tempo indeterminato come manager di qualche grande azienda dopo che l’ex direttore di Autovie venete si è dimesso, chiedendo aspettativa, proprio per entrare in giunta alla spa di Palmanova. Tornare ad Autovie non sembra un’ipotesi percorribile, vista la recente nomina di Enrico Razzini e visto che lo stesso Riccardi sarebbe a quel punto nello stesso posto di partenza, con l’incarico di subcommissario che verrebbe gestito dalla stessa concessionaria. Ipotesi questa che il Veneto non gradisce (già Venezia non digerisce del tutto la leadership friulana) e che creerebbe forse più conflitti dello stesso ruolo in giunta.


Il cantiere.
A questo rebus si aggiunge anche un dato politico: Riccardi sarebbe pronto a dimettersi nel momento in cui il presidente della Regione glielo chiedesse, visto che per Tondo il cantiere della terza corsia – dopo l’incidente dell’8 agosto costato la vita a sette persone e lo sblocco della procedura di emergenza, che lo vede indicato da Berlusconi come commissario straordinario – è la vera scommessa della legislatura. Si tratta ora di capire se il governatore sarebbe più tutelato da un commissario interno alla giunta regionale, oppure da un tecnico esterno, in balia comunque delle correnti e delle decisioni del nuovo assessore alle infrastrutture, che si troverebbe nominato con ruolo e peso dimezzati.


La scelta di Tondo.
Difficile, come alcuni propongono a Palazzo, la scelta di dimissioni obbligate per Riccardi, soprattutto se giustificate dall’inopportunità di un doppio ruolo, quello tecnico e quello politico: lo stesso Tondo – ribattono nel Pdl – è stato nominato commissario dal governo Berlusconi che ha ritenuto – a fronte dell’emergenza ormai quotidiana dell’autostrada – di sentirsi più tutelato proprio da una figura politica. Il governatore sta meditando e si sente regolarmente con l’assessore Riccardi. I timori di Tondo sembravano quelli di un super-lavoro, anche se – ribatte qualcuno – il problema vero sarebbero piuttosto le invidie nei corridoi di palazzo di fronte a un assessore con deleghe piene e l’incarico operativo di subcommissario dell’autostrada. Anche se il presidente, sempre più orientato a nominare Riccardi tenendolo in giunta, ha scelto l’ex direttore di Autovie proprio per le competenze tecniche in materia di viabilità. Per cui oggi sostituirlo per quelle stesse competenze sarebbe strano.


I papabili.
Il puzzle è complesso, anche perché nel Pdl gli appetiti sono tanti. E togliere una casella dall’esecutivo potrebbe generare un effetto domino difficile da controllare. Quando invece, per ora, gli equilibri della giunta hanno retto a colpi bassi e polemiche. Fra chi spinge per entrare non ci sono soltanto quelli di An. Un’ipotesi che potrebbe presentarsi sul tavolo politico, come alcuni già vanno ripetendo, fosse anche solo per alzare i toni dello scontro alla vigilia della Finanziaria, è quella di Roberto Asquini che da tempo rivendica un posto nell’esecutivo. Un nome che riaprirebbe la ferita appena rimarginata della polemica seguita all’esclusione da parte di Tondo dei due udinesi eletti in consiglio, lo stesso Asquini e Massimo Blasoni. Rischiare? Dovrà decidere il governatore che, secondo molti a Palazzo, era orientato a valutare l’ipotesi di dimissioni più su spinta dello stesso Riccardi che dei partiti.


La nomina di Galan.
Intanto in Veneto tutto sembra pronto per la nomina del secondo vicecommissario, come conferma l’assessore alle infrastrutture Renato Chisso. Dietrofront del governatore Giancarlo Galan anche sullo stop al terzo nome, quello che dovrà essere indicato da Roma.


Il dietrofront di Venezia.
«L’Anas vuole nominare anche un suo commissario? Facciano pure, anche se rischierà di essere d'intralcio e di non velocizzare la realizzazione della terza corsia. Vogliono controllare cosa facciamo? Va bene, ma farebbero meglio a prestare più attenzione alla Salerno Reggio Calabria». Anche se in modo polemico l'assessore veneto alla Mobilità, Chisso, apre alla volontà di Anas di indicare un terzo vice-commissario, oltre ai due indicati dalle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia. «Un commissario romano, che non è sul territorio – aggiunge – rischierebbe di allungare le cose, proprio per la difficoltà tecnica di organizzare le pratiche e prendere decisioni in fretta».


Due ipotesi.
Chisso spiega anche che il Veneto nominerà un vice-commissario di carattere tecnico e non politico: ''Probabilmente Silvano Vernizzi (già commissario al Passante, ndr) o Giuseppe Fasiol (braccio destro di Vernizzi, ndr) compatibilmente con gli impegni relativi al Passante di Mestre». «Se Galan e Chisso me lo chiedono io sono pronto», spiega Vernizzi interpellato sull'argomento. Mentre Chisso su Ricardi aggiunge: «Se il Friuli deciderà di nominare lui ha la mia piena fiducia perché è una persona competente».

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