Riciclaggio, indagato titolare di una sala-slot di Udine

La Procura vuole far luce su un giro di denaro legato alle vincite del Billions Un nomade acquistava gli assegni pagando in contanti per ripulire soldi sporchi
Udine 17 Novembre 2011. Sala scommesse Billions. Telefoto Copyright Foto PFP
Udine 17 Novembre 2011. Sala scommesse Billions. Telefoto Copyright Foto PFP

UDINE. Le vincite del Billions per “ripulire” denaro sporco. É questa l’ipotesi di reato sulla quale sta lavorando la Procura di Udine che ha indagato con l’accusa di riciclaggio Angelo Jermann, imprenditore udinese di 35 anni titolare della sala slot di viale Palmanova.

Secondo quanto ricostruito nell’ambito delle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo, comandati dal capitano Fabio Pasquariello, i dipendenti della sala, con l’avvallo del titolare, avrebbero offerto ai giocatori che non volevano o non potevano cambiare gli assegni delle vincite, la possibilità di ricevere immediatamente il denaro in contanti, con un importo leggermente più basso. La quota ridotta della vincita veniva pagata in contanti da Marco Hudorovich, udinese di 33 anni, già noto alle forze dell’ordine come abile truffatore della zona e sottoposto alla sorveglianza speciale. In questo modo, quando poi Hudorovich si presentava a cambiare l’assegno, riceveva insieme ai soldi la “scheda antiriciclaggio”, con cui poteva poi dimostrare la provenienza lecita del denaro, mentre si ipotizza che il titolare dell’attività si intascassa in tutto o in parte la “percentuale” sulle operazioni. In un caso, per esempio, sarebbe stata accertata una vincita di 16.500 euro, pagata al giocatore con 15 mila euro in contanti.

In questo modo ci guadagnavano tutti: il vincitore che non poteva incassare l’assegno perché protestato o perché indebitato con Equitalia incassava subito buona parte della somma vinta, in contanti e in nero, esentasse; il titolare Jermann del Billions invece incassava in tutto o in parte la differenza tra la vincita e quanto versato in contanti da Hudorovich (1.500 euro nell’esempio citato); e quest’ultimo otteneva le “preziose” schede anti-riciclaggio che gli consentivano di rendere puliti soldi che invece gli investigatori ritengono essere proventi di truffe o raggiri. A carico di Hudorovich però, la pm Lucia Terziariol non ha contestato alcuna ipotesi di reato. L’auto-riciclaggio infatti non è reato. Al momento l’unico iscritto nel registro degli indagati è Jermann, ma al vaglio degli inquirenti ci sono anche altre posizioni. I militari dell’arma hanno sequestrato 31 schedine di vincite assegnate a Hudorovich, per un valore complessivo di 79.634 euro, solo nel 2012, sequestro che è stato confermato dal Tribunale del Riesame.

L’avvocato difensore di Jermann, Francesco Luigi Rossi (che lo tutela con Federica Tosel) respinge però ogni addebito: «Il mio cliente, la cui famiglia si occupa di produzioni di vini del Collio, è del tutto estraneo, ha acquistato la sala per fare un investimento, ma non c’è quasi mai. Viene chiamato solo quando si verificano delle vincite che deve pagare al portatore firmando un assegno. Non è certo compito suo verificare chi effettivamente abbia vinto e chi no. Aspettiamo con serenità la chiusura delle indagini, convinti di poter smontare tutte le accuse».

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