Ridotti a un decimo i fondi ai gruppi

I partiti passano da una spesa di 3 milioni l’anno a 300 mila euro. Da stabilire le indennità e i benefit ma a fine luglio la riforma sarà in Aula
Udine 26 giugno 2013 incontro politici in regione ud Copyright Petrussi Foto Press/Turco
Udine 26 giugno 2013 incontro politici in regione ud Copyright Petrussi Foto Press/Turco

UDINE. Dal decreto Monti non si scappa. E se negli ultimi 10 anni i gruppi consiliari hanno speso, a spanne, 3 milioni l’anno, d’ora in poi dovranno accontentarsi di 306 mila euro l’anno. Complessivi. Sarà questo uno dei primi effetti della riforma sui tagli ai costi della politica, discussa ieri alla seconda riunione tra i vertici del Consiglio, i capigruppo di centrosinistra e centrodestra e il presidente della commissione per le riforme, Vincenzo Martines (Pd).

Una riunione che ha anche stabilito il percorso della legge, che approderà in Aula il 30 luglio. Restano invece da definire l’indennità, la riduzione dei benefit – dal vitto alla benzina al telepass – e la cancellazione dei vitalizi e delle buonuscite.

Da 2 mila al mese a 5 mila l’anno

La “magna charta” da cui partono i consiglieri è il decreto Monti. E sui fondi per il funzionamento dei gruppi è chiaro. Vanno attribuiti 5 mila euro l’anno a consigliere più 5 centesimi a abitante. Il conto è presto fatto. I consiglieri sono 49 che, moltiplicato 5 mila, consente di ottenere 245 mila euro l’anno.

La popolazione del Fvg, fonte Istat al dicembre 2011, è di 1.236.103 abitanti, che significa 61 mila 805 euro l’anno a disposizione. Il totale è di 306 mila euro e spiccioli. Più o meno un taglio del 70% rispetto al milione disponibile oggi, e non ancora distribuito, per gli otto gruppi consiliari.

Un decimo se paragonato ai circa 3 milioni l’anno utilizzati negli ultimi 10 anni. Alcuni ripetono che con quella cifra l’attività dei gruppi è ridotta al lumicino. Altri ribattono ricordando l’impegno a essere virtuosi.

Con il sistema in vigore a ogni consigliere vengono assegnati circa 2 mila e 200 euro al mese, che diventano oltre 10 mila se è una donna, e c’è anche la possibilità di monetizzare il personale, cioè di ricevere soldi in cambio del personale cui si avrebbe diritto ma al quale si rinuncia.

Questo sistema non esisterà più. Non sarà più possibile monetizzare il personale e le risorse saranno distribuite in base al numero di componenti di un gruppo.

Da 20 mila al mese a 10 mila

A dirlo è il presidente del Consiglio Franco Iacop. Assicura che lo stipendio dei consiglieri sarà trasparente e confrontabile con le altre Regione.

«Ritengo che se oggi un esponente della Regione costa all’ente circa 20 mila euro lordi al mese – fa sapere Iacop –, dopo la riforma costerà meno della metà».

Nuova ripartizione del personale

Una legge regionale stabilisce di quanti dipendenti può dotarsi un gruppo. Il meccanismo prevede una quota con un numero uguale per tutti e un’altra quota variabile a seconda di quanti componenti ha il gruppo.

E il meccanismo favorisce le forze più piccole che, in proporzione, hanno più portaborse. Il decreto Monti prevede un tetto di spesa anche per il personale dei gruppi e al momento la spesa degli assunti in Regione rientra nel budget fissato dal governo nazionale.

Il sistema, però, dovrebbe essere rivisto – è questa l’intenzione – per correggere la sproporzione tra gruppi grandi e piccoli. Come, però, è ancora da stabilire.

«Tutti abbiamo riconosciuto – spiega il capogruppo del Pd Cristiano Shaurli – che è giusto avere una quota di personale uguale per tutti, per consentire anche ai gruppi più piccoli di operare. Sulla quota proporzionale, invece, discuteremo».

Indennità e benefit

Il Pd resta saldo nella volontà di portare l’indennità di un consigliere dagli attuali 10 mila 291 euro lordi al mese a 6 mila 135, come il sindaco di Trieste. Il Pdl, invece, non ritiene che la misura debba essere quella di un sindaco. Si vedrà. E si vedrà anche sui benefit, dalla benzina al vitto ai telepass.

I democratici chiedono di eliminare i 735 euro al mese per i pasti, il costo dei telepass e di ridurre gli attuali rimborsi sulla benzina, che vanno da 549 euro al mese a 3 mila 294 euro a seconda della residenza. Sulle cifre da raggiungere, però, non c’è ancora un’intesa.

E un accordo non c’è nemmeno sui vitalizi: va mantenuto l’attuale sistema contributivo – riformato nella scorsa legislatura e poco costoso per la Regione rispetto al retributivo – oppure la pensione va eliminata e basta? La risposta arriverà.

Tempi e gruppo ristretto

Iacop ha riconvocato il tavolo mercoledì alle 14 e all’incontro parteciperanno anche esponenti della giunta di Debora Serracchiani.

Lunedì 22 la V commissione, quella presieduta da Martines, si occuperà dell’argomento e allora ci sarà già un testo del progetto di legge, testo che sarà esaminato martedì 23 e mercoledì 24 per approdare in Aula il 30.

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