Rimborsi, BpVi fiduciosa: "Adesioni all’80%, si può"

L’istituto ritiene che negli ultimi 20 giorni aumenterà la quota di chi accetta 9 euro. A metà mese il report sui conti. Tema da affrontare anche quello degli esuberi

PADOVA. La Banca Popolare di Vicenza si dice fiduciosa di raggiungere la soglia dell’80% delle adesioni alla proposta di ristoro presentata ad inizio anno ai 94mila soci.

A 20 giorni dalla conclusione dell’offerta di transazione – fa sapere l’istituto – l’iniziativa è tutt’altro che fallita. Ieri intanto si è tenuto un nuovo cda della banca vicentina, al lavoro, tra le altre cose, alla stesura dei criteri di assegnazione dei 30 milioni di euro destinati agli ex soci che versano in condizioni disagiate, dopo l’azzeramento del valore delle azioni.

I due istituti, anche Veneto Banca ha pronti altri 30 milioni, stanno ultimando il regolamento che disciplini la platea degli aventi diritto e gli indennizzi. Nei prossimi giorni dovrebbe essere svelato il piano di riparto. Per metà marzo è poi atteso il cda che svelerà i conti del 2016 per la banca vicentina.

Intanto sono numerosi gli studi legali andati in pressing sui soci delle due banche venete per convincerli a conferire mandato per aderire alle azioni legali mirate a chiedere un risarcimento danni.

A scriverlo è stato ieri Il Giornale spiegando che l’azione è alternativa all’adesione alla proposta che le due banche hanno avanzato. Nei giorni scorsi l’amministratore delegato del gruppo vicentino Fabrizio Viola ha mandato un video messaggio ai lavoratori.

«Come dire, il mondo sa di cosa abbiamo bisogno ma alla Bce queste indicazioni vanno bene? È proprio questo il dilemma che contiene l’articolata comunicazione visiva. Più che le parole è apparso evidente lo stato di disagio nel fronteggiare una situazione complicata», scrive la First Cisl in un comunicato. «Ora con condottiero cambiato anche se a distanza di 8 mesi rilanciamo l’idea dell’emissione dei warrant, così come fatto al tempo dei tempi dal Banco Ambrosiano», prosegue il sindacato dei bancari vicentini.

E sul fronte degli Npl (crediti deteriorati) la First Cisl invita «a isolare degli stock di crediti deteriorati, a farne delle pezzature gestibili in casa, costituendo delle unità di business interne dedicate alla tematica». E chiedono che Veneto Sviluppo e la stessa Confindustria Vicentina sostengano il progetto della creazione di una struttura consortile vocata a gestire gli Npl.

Nello specifico prima della fusione Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca potrebbero concorrere alla creazione di appositi consorzi conferendo una quota di Non Performing Loans.

Un tema da affrontare in vista della fusione è anche quello degli esuberi, in un settore che negli ultimi anni in Italia ha perso oltre 10mila posti.

La Fabi ha fatto la conta dei posti di lavoro persi nel settore del credito dal 31 dicembre 2012 alla fine del 2015. Nel periodo in esame il sistema bancario italiano ha perso 12mila posti di lavoro, con un numero totale di occupati sceso a 311.400 da 323.400. Gli istituti hanno inoltre diminuito la loro presenza sul territorio, tagliando quasi 1.700 sportelli.

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