Rimborsi, la Lega sospende la Piccin Vertice presieduto dal commissario Dozzo
UDINE. La decisione è arrivata attorno alle 20: il Consiglio nazionale della Lega Nord Fvg ha sospeso dalla militanza Mara Piccin. La capogruppo in Consiglio regionale va quindi a fare compagnia al suo predecessore in piazza Oberdan, Danilo Narduzzi, anch’egli esiliato nel Purgatorio del movimento, dove si trovano le “anime” coinvolte nello scandalo rimborsi, in attesa che la giustizia faccia il suo corso e stabilisca colpevolezza o innocenza.
Nel frattempo, Piccin dovrà rinunciare al suo incarico da capogruppo in Consiglio regionale, che sarà assunto da uno degli altri due eletti, o l’ex assessore all’agricoltura Claudio Violino o l’ex assessore alla Provincia di Udine Barbara Zilli. Resterà consigliere, ma sarà invitata a iscriversi al Misto. Rischia quindi di saltare il gruppo della Lega Nord in Consiglio, visto che sono necessari (salvo un diverso accordo tra le forze politiche) come minimo tre componenti.
Dopo il vertice di ieri sera, si apre una nuova fase nel movimento. Il commissario Gianpaolo Dozzo infatti, con l’avvallo del Consiglio nazionale, ha deciso di fare “pulizia” nel partito, cogliendo le istanze che, da mesi, arrivavano dalla base. Poco o nulla trapela dal vertice, svoltosi nella sede storica di Reana del Rojale, ma si sa che la sorte di Piccin è stata presa a maggioranza, con 10 componenti a favore e 1 contrario. La discussione sarebbe stata comunque tranquilla, senza toni troppo accessi o contrasti tra le diverse componenti del partito.
Un provvedimento che era nell’aria e che Piccin ha tentato di anticipare rompendo il silenzio in mattinata. La capogruppo si è affidata a una stringata nota, smentendo così chi si aspettava un suo passo indietro. «Impegno. Passione. Onestà. Rispetto delle regole. Questi sono i valori in cui credo, nella vita, come in politica»: così Piccin ha cercato di difendersi, dopo che il suo nome è finito nel registro degli indagati del pm della Procura di Trieste Federico Frezza per peculato, per aver utilizzato in maniera impropria i fondi di rappresentanza. «Gli sviluppi degli ultimi mesi – ha aggiunto la ormai ex capogruppo – mi hanno scossa, addolorata e provata». Nonostante questo, ha tenuto duro, preferendo mantenere un profilo basso e restando in silenzio. «La tentazione di replicare ad accuse, allusioni, interpretazioni malevole è ed è stata forte. Per ora, mi limito a ribadire che ho piena fiducia nella magistratura». Detto questo, Piccin si è rimessa nelle mani del partito: «Responsabilmente – ha chiuso il suo intervento – rimetto qualunque decisione nelle mani del partito».
E il partito, ieri sera, ha adottato la linea dura. Probabilmente ciò che ci voleva per ridare compattezza a un movimento in difficoltà dopo gli scandali, gli scarsi risultati elettorali, le polemiche. Dozzo e il Consiglio nazionale, con questa scelta, hanno dato un segnale forte alla base, in fermento per le scelte degli ultimi mesi. Giusto in tempo per l’arrivo del segretario federale Roberto Maroni, che domani sarà in Friuli per affrontare il tema della Macroregione del Nord. Maroni arriverà all’Ente Fiera di Torreano di Martignacco alle 10.30 per partecipare all’Assemblea nazionale della Lega Nord del Friuli Venezia Giulia. Facile attendersi che, tra un discorso e l’altro, troverà il tempo per incontrare il commissario Dozzo e fare il punto sull’attività svolta in Regione, culminata ieri con la sospensione di Mara Piccin.
Per il Carroccio potrebbe essere un nuovo inizio, indispensabile per ridare entusiasmo ai militanti e affrontare con nuova fiducia la marcia di avvicinamento verso i prossimi appuntamenti elettorali.
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