Rina e quell'incontro con Ernest Hemingway: «Ricordo quella sera del '54, com’era simpatico»

L’udinese Rina Micon, 99 anni, ricorda quelle ore in cui fece da interprete allo scrittore. A Lignano è stata presente a due iniziative dedicate a “mister Papa”
Rina Micon con Ernst Hemingway nel 1954 (a sinistra) e nel 2019 durante il festival dedicato allo scrittore (a destra)
Rina Micon con Ernst Hemingway nel 1954 (a sinistra) e nel 2019 durante il festival dedicato allo scrittore (a destra)

Girocollo di perle, capelli grigi, vestito bianco e un leggero tocco color corallo sulle labbra. Rina Micon, udinese, ha un’eleganza senza tempo, perfettamente in linea con quel pomeriggio del 10 aprile 1954. Un garbo ben custodito, proprio come quel ricordo che, «nonostante il tempo che passa, rimane vivace e indelebile nella memoria». Correvano gli anni della “Dolce vita” e la crema di Udine, tra giornalisti, architetti e artisti, si era data appuntamento al Friuli, l’albergo ristorante di piazza XX Settembre, per trascorrere qualche ora con niente di meno che Ernest Hemingway.

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Il balcone del Palazzo del Lloyd, sede della Regione che si affaccia su piazza Unit?? a Trieste, dove ?? stato esposto lo striscione giallo di Amnesty International con la scritta "Verit?? per Giulio Regeni" a Trieste, 08 ottobre 2016. ANSA/FRANCESCO DE FILIPPO

E nell’istantanea a firma di Tino da Udine, che ne testimonia il fugace passaggio, c’è anche lei, Rina, con il suo sfavillante sorriso seduta proprio al fianco sinistro dello scrittore americano. «La tavola era imbandita con pane, salame e buon vino: Ernest si è dimostrato una persona semplice e allegra, seduto in mezzo a tutti noi, che ne eravamo rapiti. Lui era simpatico, rideva tanto, parlava solo americano» ricorda oggi Rina Micon che, laureata in lingua e letteratura straniera, faceva da interprete, anche se «bene o male, tutti i presenti se la cavavano con qualche parola di inglese». E, sebbene il ricordo sia ora un po’ sbiadito, «al tavolo sedevano, fra gli altri, Piero Fortuna, la sorella dell’architetto Valle, l’architetto Gino Pozzo, il giornalista Carlo Scarsini, la ceramista Carmen Miccon (sorella di Rina) e il pittore Fred Pittino».

Oggi, Rina ha 99 anni e il suo fine settimana lo ha trascorso a Lignano, tra una serata al CinemaCity per la cerimonia di premiazione del Premio Hemingway e una domenica mattina al Parco sempre intitolato allo scrittore americano: entrambi hanno festeggiato, quest’anno, i 35 anni di istituzione.

E quella storica tappa udinese faceva seguito, difatti, proprio alle due ore che Hemingway trascorse a Lignano. Due ore di orologio che, giocate tra storia e leggenda, sono divenute ormai mito.

«Il carattere dello scrittore era piacevole, amichevole. è arrivato felice e contento di passare un po’ di tempo con noi: attendeva la moglie, Mary, con la quale avrebbe poi proseguito il viaggio per tornare in America». E proprio su questo dettaglio c’è qualche incertezza: c’è chi sostiene che l’autore fosse diretto a villa Kechler e chi pensa, invece, dovesse tornare oltre oceano. Quel che è certo, però, è che «De Simon, che in regione faceva da autista a Hemingway, sapendo del suo arrivo fece la soffiata.

Tutti ovviamente ci precipitammo al Friuli. Non ricordo le chiacchiere e gli argomenti toccati attorno a quel tavolo, però mi è rimasto impresso il racconto del suo incidente aereo in Africa: le ferite ancora fresche affioravano dalle mani, ma poi ha subito glissato. Arrivata Mary e preoccupato di perdere l’aereo, ha poi salutato tutti». Quel 10 aprile 1954 Hemingway, “mister Papa”, chiuse alle sue spalle la porta del Friuli e non vi fece mai più ritorno. Ora rimane un ricordo, palpabile nel tremolio emozionato delle parole della signora Rina e nella profondità dei suoi occhi che ne raccontano la memoria.

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