Risarcito dopo la lite con 77 mila euro, ma i soldi non arrivano

I tempi della giustizia non coincidono con quelli del professor Giovanni Ricca, ha famiglia e due figli in cerca di lavoro, un mutuo da onorare, i conti in sospeso con gli avvocati e l’occhio sinistro fuori uso dal 2010.

«Chiedo ai bravi giudici che mi hanno riconosciuto il grave danno subito all’occhio con la sentenza del 2 maggio 2016 ratificata dopo qualche giorno: perché non sono ancora stato risarcito? – è l’appello del professor Ricca –. Nel 2010 è cominciata l’odissea con i vicini di casa in via Bellasio: sono stato vittima di un’aggressione fisica e verbale.

Personalmente sono stato condannato dopo un diverbio con un altro residente, finito in un tamponamento e mi rendo conto di avere sbagliato. Ma poi ho vinto la causa nei confronti di chi mi ha tolto la vista in un occhio e di questo vorrei essere ripagato».

Il 2 maggio scorso il professor Ricca ha ottenuto la sentenza definitiva in tribunale, a Pordenone. «Il giudice mi ha riconosciuto il diritto di risarcimento al danno fisico di 77 mila euro: un decreto esecutivo e finale che non mi restituisce l’occhio, ma il valore della giustizia – ha detto il professore, mostrando la sentenza numero 269 del 5 maggio 2016 –. L’ex vicino che mi deve risarcire, non paga e l’iter che metterà all’asta la sua casa, non è ancora partito. Perché? Intanto, la mia situazione economica peggiora».

Che fare? «Ho sbagliato a tamponare l’auto di un residente in via Bellasio e riconosco il mio errore – racconta Ricca –. Sono stato una vittima della furia del mio vicino di casa: la sentenza 2016 lo riconosce eppure la giustizia è ancora inapplicata. Fino a quando?».

Ricca nel diverbio in cui è rimasto coinvolto ha subito l’irrimediabile rottura coroidale foveale all’occhio sinistro e questo gli ha provocato un grave danno alla vista.

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