Rischio di evasione fiscale a Pordenone: provincia prima in regione

Dalle auto di lusso alle ville, monitorato il divario tra stili di vita e reddito. La Destra Tagliamento perde 13 posti tra i virtuosi. Fvg sopra la media per tasse pagate

PORDENONE. Rischio evasione basso per il Friuli Venezia Giulia, ma tra le quattro province Pordenone è quella più esposta. A dirlo è un rapporto del Centro studi Sintesi anticipato ieri dal Sole 24 ore che assegna al capoluogo della destra Tagliamento la 32^ posizione nazionale, in peggioramento di 13 posti rispetto al 2010, e al quarto posto rispetto agli altri capoluoghi della regione.

La più virtuosa è, infatti, Trieste, 3^ posizione nazionale dietro a Milano (prima) e a Bologna, con una flessione di due posti sul 2010; segue Gorizia al 19° posto, -2 posizioni rispetto al 2010; infine Udine al 29° posto, ex aequo con Rovigo e Verona,, che guadagna invece 5 posizioni rispetto al 2010.

I punteggi sulla base dei quali è stata redatta la classifica è il prodotto di una media tra sette indicatori considerati quali: i consumi alimentari 2010, l’energia elettrica per consumi domestici, il consumo di carburante nella rete ordinaria, le auto superiori a 2 mila cavalli circolanti, il totale delle auto circolanti, la variazione percentuale dei depositi bancari e le abitazioni di pregio.

Per ogni regione e ogni provincia il punteggio esprime il divario tra il livello di benessere e il reddito disponibile delle famiglie e consente al Centro studi Sintesi di tracciare una sorta di mappa del rischio evasione. L’indicatore ha come media nazionale un valore pari a 100: nel caso di punteggi superiori a 100 indicano livelli di benessere in linea o inferiori al reddito; quando il punteggio è inferiore a 100 significa che i livelli di reddito sono tendenzialmente inferiori al tenore di vita e, quindi, c’è un potenziale rischio evasione.

Nel 2006 il Friuli Venezia Giulia aveva un dato regionale di 117, ma era classificata tra i territori con un basso rischio di evasione; nel 2010 il punteggio è salito a 140, classificato a minimo rischio di evasione (giudizio migliore rispetto alla rilevazione precedente.

Ad incidere è stata senz’altro la crisi, oltre ad una propensione che appare più marcata al nord piuttosto che al sud, di una maggiore fedeltà fiscale. Tant’è che anche in questo rapporto l’Italia appare abbastanza marcatamente divisa in due, con l’area meridionale e le isole tutte rientranti tra il range di media e alta tendenza all’evasione e l’emergere di una fiorente economia sommersa.

A rinvigorire la lotta al sommerso c’è ora anche il “redditometro” che ha il compito, per l’appunto, di misurare il divario tra tenore di vita e redditi dichiarati, assegnando ai contribuenti il compito di spiegare dove abbiano recuperato le maggiori risorse. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto