Risparmiatori nei guai per i vecchi libretti
UDINE. Pensavano di aver trovato in soffitta un tesoretto, ma anzichè ricavare decine di migliaia di euro da un vecchio libretto postale o bancario affiorato dal passato si sono ritrovati con una citazione a giudizio e gli esattori di Equitalia in casa, mentre stanno accumulando altri debiti.
Protagonisti della vicenda alcuni friulani che si sono rivolti allo sportello di Federconsumatori Udine in cerca di aiuto.
Tutto è cominciato qualche anno fa, quando la notizia del ritrovamento di vecchi libretti di risparmio che valevano un’autentica fortuna ha cominciato a circolare. E con la notizia anche il nome di Giacinto Canzona, avvocato romano che prometteva di trasformare quelle vecchie carte in denaro contante.
Fra i risparmiatori che cercarono di farlo c’era anche un friulano che, nel 1943, per il suo battesimo ricevette un libretto postale con un deposito di 500 lire. Ne parlò a Canzona e quest’ultimo si disse certo di poterne ricavare diverse decine di migliaia di euro.
«Avevamo già espresso perplessità sulla possibilità di ottenere un capitale attualizzato maggiorato di interessi e di rivalutazione monetaria – premette l’avvocato Barbara Puschiasis di Federconsumatori – ma molti hanno deciso di affidarsi all’avvocato Canzona e di proporre una causa collettiva nei confronti di Poste italiane e Banca d’Italia per recuperare quei capitali. Così, dopo aver pagato 150 euro, hanno perso la causa e sono stati condannati a pagare le spese legali.
Ammontano a 25 mila euro, complessivamente, le spese che dovranno essere liquidate alla Banca d’Italia e al Ministero fra tutti i clienti dell’avvocato Canzona: 350 secondo una prima stima. Nel frattempo – aggiunge Puschiasis – l’avvocato Canzona ha deciso di impugnare la sentenza di primo grado e di ricorrere in appello, senza peraltro informare i suoi clienti che avevano firmato una generica procura».
Ma siccome i mali non vengono mai da soli, i clienti dell’avvocato Canzona si sono anche visti notificare una citazione dal giudice di pace di Roma dove dovranno presentarsi il 22 giugno.
A farli finire in mezzo ai guai giudiziari è la parcella del legale cui dovrebbero ulteriori 3.500 euro a testa. E per finire, Equitalia sta notificando cartelle esattoriali per ingiungere il pagamento del contributo unificato richiesto per l’avvio della causa di primo grado che non è mai stato versato, ovviamente maggiorato di interessi legali e spese per il recupero.
«Stiamo predisponendo l’azione di difesa dei cittadini che peraltro si vedono citati a comparire dal giudice di pace nell’udienza del 22 giugno – anticipa l’avvocato Puschiasis –, quando ci costituiremo e solleveremo l’incompetenza del giudice di Roma chiedendo di trasferire la controversia al foro di Udine che ha competenza per i consumatori friulani coinvolti nella vicenda, ben sapendo che la causa di risarcimento in oggetto era una lite temeraria, in quanto infondata già nel momento in cui era stata proposta.
Monitorando la causa in appello stiamo prendendo contatti con le controparti per tentare di arrivare a una soluzione bonaria, nel frattempo invitiamo tutte le vittime della stessa vicenda a rivolgersi ai nostri sportelli per avere le necessarie informazioni e per trovare tutela, abbiamo già ricevuto diverse segnalazioni da parte di consumatori che si trovano in questa situazione, ma ve ne potrebbero essere altri» afferma l’avvocato Puschiasis.
Infine, per fugare ogni dubbio, il legale di Federcunsumatori interviene a fare chiarezza sulla vicenda dei vecchi libretti di risparmio ritrovati.
«L’arbitro bancario e finanziario, nonchè la Cassazione civile – spiega – si sono pronunciati riconoscendo l’importo dell’ultimo saldo convertito in euro più una quota di interessi marginale, ovvero riferibile agli ultimi cinque anni del rapporto»,
Ciò significa che, casomai i più fortunati ricaveranno qualche decina di euro in più rispetto al saldo del libretto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto