Ritorna Forza Italia (2.0) mentre il Pdl si inabissa

C’è chi è già uscito allo scoperto in cerca di una leadership e chi disegna strategie. A Udine manovre di Riccardi e Blasoni. In Regione De Anna e Marini verso l’addio
Udine 18 Aprile 2013. Comizio Silvio Berlusconoi a sostegno di Renzo Tondo per regionali del Friuli Venezia Giulia. Telefoto copyright Ag. Petrussi / Diego Petrussi
Udine 18 Aprile 2013. Comizio Silvio Berlusconoi a sostegno di Renzo Tondo per regionali del Friuli Venezia Giulia. Telefoto copyright Ag. Petrussi / Diego Petrussi

UDINE. C’è chi aspetta, annusa l’aria, lavora sottotraccia. E c’è chi è già uscito allo scoperto perché da primo proverà a guadagnare la leadership. Il gruppo di chi attende e disegna strategie è guidato dagli udinesi Riccardo Riccardi e Massimo Blasoni. Quello di chi ha già compiuto il primo passo è capeggiato dal triestino Giulio Camber. In mezzo c’è il Popolo della libertà. Sofferente. Sfiduciato. Ancora choccato dalla sconfitta alle regionali di Renzo Tondo. Basterà Forza Italia 2.0 per ripartire? Ci si prova.

A settembre Silvio Berlusconi ha promesso la rinascita. I contendenti in Fvg sono in campo. Nei consigli comunali di Trieste e Pordenone e in Provincia a Gorizia le compagini di Fi sono già risorte e hanno isolato gli ex An, perché l’amalgama tra anime azzurre e aennine non si è mai realizzata davvero. I triestini giocano la partita per il vertice di ciò che sarà, mentre a Pordenone restano fuori, e in attesa di una nuova Destra, i fratelli Luca e Alessandro Ciriani.

A Gorizia il Comune è guidato dall’ex Fi Ettore Romoli che a lasciar spuntare costole non ci pensa affatto. «Sarò contento di aderire alla nuova Fi se non sarà solo un’etichetta – spiega Romoli – ma se verrà ritrovato lo spirito del 1994, quello per il quale sono entrato in politica. Per ora non nascerà un gruppo in Comune anche perché non ho cappelli da mettere e la decisione arriverà da Berlusconi». E a Udine? Lavorano Riccardi e Blasoni. Difficile che in Comune, dove il Pdl conta cinque eletti, nasca un gruppo. A governare l’Udinese è l’asse tra l’ex assessore e l’ex coordinatore cittadino, perché Riccardi, consigliere regionale che guida la pattuglia udinese degli ex An, non ha alcuna intenzione di farsi isolare, mentre Blasoni, ex Fi, ha tutto l’interesse a governare il rinnovamento.

Ferruccio Anzit, coordinatore provinciale di Udine, ha convocato il coordinamento lunedì e l’argomento Fi 2.0 sarà sul tavolo. La voglia di rinnovamento è forte. Si legge nelle parole del vice di Anzit (e braccio destro di Blasoni) Simone Bressan. Che sul suo blog sul sito del Messaggero Veneto scrive: «Confindustria Udine impartisce una seria lezione a tutta la politica regionale. L’elezione a presidente di Matteo Tonon, 34 anni, è stata salutata da generosi comunicati di congratulazioni da parte di pressoché tutti gli attori politici regionali. È positivo che le “classi dirigenti” si accorgano che un giovane di 34 anni può guidare la più importante organizzazione datoriale friulana ma è allarmante notare come la politica si congratuli e si spelli le mani perché Confindustria fa l’esatto contrario di quello a cui i nostri partiti ci hanno abituato.

E la prima intervista di Tonon al Messaggero Veneto dimostra come le imprese, i lavoratori, le categorie economiche, la società riescono a posizionarsi anni luce davanti a una politica che arranca, ormai incapace di disegnare qualsiasi prospettiva di sviluppo». Non ultimo è il gruppo di consiglieri regionali pidiellini. A guidarlo è l’udinese, ex Fi, Alessandro Colautti. Lui, costretto ad attende gli eventi, ha già messo in conto che se rinascita sarà le ripercussioni colpiranno il gruppo. I primi a lasciare potrebbero essere il triestino Bruno Marini, vicino a Camber, e il pordenonese Elio De Anna. Ma in Consiglio servono tre esponenti per formare un gruppo.

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