La rivolta nel carcere di Udine dopo il suicidio di un detenuto: in 13 condannati
Circa 10 anni in totale a fronte di una richiesta del pubblico ministero di 11 anni totali di reclusione per gli imputati. I fatti risalgono al novembre 2022
Sono arrivate nella giornata di martedì 21 gennaio le sentenze di primo grado per la rivolta scoppiata nel carcere di Udine nel novembre 2022 come forma di protesta dopo il suicidio di un ventiduenne dominicano.
A fronte di una richiesta del pubblico ministero di 11 anni totali di reclusione per i tredici imputati, il giudice del tribunale di Udine, Paola Turri, dopo quasi due ore di camera di consiglio, ha inflitto condanne per circa 10 anni totali, con i protagonisti di quell’episodio, accusati di interruzione di pubblico servizio e danneggiamento, che hanno ricevuto, grazie ai benefici del rito abbreviato, pene comprese tra i 6 e i 9 mesi ciascuno.
Uno degli imputati ha scelto di patteggiare, chiudendo con 9 mesi di pena, un altro ha preferito la strada del dibattimento, con la sua comparsa in aula che è prevista per il 31 gennaio.
Un procedimento che ha rappresentato l’occasione per riaccendere l’attenzione sulle difficili condizioni di vita nel carcere di via Spalato. «Udine non è più un’isola felice – ha sottolineato Paolo Bevilacqua, uno dei tanti avvocati presenti in aula –. La situazione è drammatica e lo vediamo quando facciamo i colloqui. Non voglio giustificare quanto accaduto – ha chiuso il legale – ma dopo un fatto drammatico come quello del suicidio i detenuti hanno un solo modo per protestare, e cioè la battitura contro le sbarre delle celle».
Sulla questione è intervenuto anche Andrea Sandra, garante dei detenuti per Udine: «Le condizioni di vita del carcere rimangono meritevoli di attenzione, e non certamente attraverso il modo scelto dal governo attuale, e cioè l’inasprimento delle pene a fronte di un dissenso manifestato in maniera pacifica. Se quanto accaduto in via Spalato nel 2022 fosse successo oggi, immagino che sarebbero state inflitte pene più alte e ingiustificate».
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