Rocca Bernarda, nuova frana sull’altro versante

Trentin: poco distante dal primo cantiere, un altro smottamento ha compromesso la sede stradale

PREMARIACCO. Proprio mentre si assiste al rapido avanzamento dei lavori di messa in sicurezza della strada che porta al castello della Rocca Bernarda, resi necessari da un ampio cedimento del terreno e attesi da quasi 4 anni, un nuovo fronte franoso complica la situazione, imponendo un’altra opera di consolidamento sul fianco del colle.

«A poche decine di metri dal cantiere, sul versante opposto – spiega il sindaco Roberto Trentin –, un ulteriore, importante smottamento ha compromesso la sede stradale. Abbiamo subito segnalato il problema alla Protezione civile regionale, che ha già fatto accurate verifiche e sta definendo la tipologia d’intervento».

I tempi d’avvio si annunciano celeri: «Le attività – precisa l’assessore ai lavori pubblici, Dolores Zuccolo – inizieranno già la prossima settimana».

Il nodo delle risorse da usare, infatti, è già stato sciolto: «Si è deciso – rileva Trentin – di attingere al ribasso d’asta delle operazioni in corso, partite circa un mese fa». Il contrattempo rende inevitabile uno slittamento dei termini inizialmente fissati per la riapertura del tracciato, che oltre a rivestire notevole importanza logistica (è funzionale alle aziende della zona, che devono raggiungere coi mezzi agricoli i pregiati vigneti del colle della Rocca) ha pure un significativo ruolo turistico per la suggestione del paesaggio che attraversa.

«L’azione di rinforzo del terreno, a questo punto – sottolinea il sindaco –, sarà più ampia, per eliminare ogni fattore di rischio e garantire piena sicurezza al transito delle auto e, appunto, dei vari trattori che accedono alle aree coltivate».

Nel cantiere numero uno, intanto, le attività stanno procedendo alacremente. «L’ostacolo iniziale – ricorda Trentin – consisteva nel fatto che la strada risultava nella quasi totalità privata». Nel momento in cui, previa delibera del consiglio comunale, l’ente pubblico è riuscito ad acquisire l’infrastruttura, la Protezione civile ha potuto intervenire con fondi propri.

L’urgenza dell’azione di consolidamento era stata riconosciuta dall’assessore regionale alla Pc, Paolo Panontin. (l.a.)

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