Rogo nel deposito di rifiuti della Snua In fiamme 300 tonnellate di materiale

Si indaga sulle cause: probabile l’autocombustione. Pericolo ambientale, l’appello dei sindaci: «Non uscite di casa»



Più che l’incendio, a preoccupare è stato il fumo che si è liberato dal piazzale della Snua di via De Zan. Le fiamme sono divampate alle 3 del mattino di ieri su una piattaforma di circa 1.500 metri quadrati, esterna ai capannoni dell’impianto di compostaggio e trattamento dei rifiuti dell’azienda.

L’allarme

Sono stati alcuni automobilisti ad allertare i vigili del fuoco nelle prime ore del giorno. Sul posto il pronto intervento – con 17 uomini e sei mezzi – dei pompieri di Pordenone, Maniago e San Vito che, in poche ore, hanno avuto ragione delle fiamme. Sopralluogo anche dei carabinieri di Aviano e Sacile per accertare le cause dell’incendio che ha interessato ben trecento tonnellate di rifiuti – ingombranti e plastiche – depositati sulla piattaforma esterna. Il fumo ha investito con la base aerea, i Comuni di Roveredo in Piano, Porcia, Fontanafredda e, in modo più limitato, Aviano. I cittadini sono stati invitati a tenere le finstre chiuse, a non consumare le verdure dell’orto. Anche il comando della Base ha chiesto ai cittadini Usa di non uscire di casa.

Una volta domate le fiamme, per le squadre dei vigili del fuoco è iniziato un lavoro altrettanto impegnativo contro il fumo acre che si sprigionava dalla massa di rifiuti.

I controlli

Coadiuvati da personale Snua, per tutto il giorno i pompieri del pordenonese si sono impegnati a smassare la grande mole di tonnellate di rifiuti fumanti, spargendo getti continui di schiumogeni su tutta l’area della piattaforma interessata dall’incendio. Alle 10 sono arrivati i tecnici dell’Arpa per rilevare, anche nelle zone limitrofe all’impianto Snua, l’eventuale inquinamento di aria e suolo.

Il responso dell’Arpa

Rassicuranti i primi responsi dell’Arpa Fvg. Le particelle inquinanti di varia natura e i PM10 sono risultati di molto inferiori ai limiti tollerati. L’incognita riguarda adesso la presenza di diossine, ma per conoscere il responso delle analisi sulle bisognerà però attendere alcuni giorni.

Nel frattempo partiranno le indagini sull’accaduto i carabinieri di Aviano e Sacile. Non esclusa nessuna ipotesi, neppure quella dell’autocombustione, che sembra quella più probabile. Nessuno è rimasto ferito o intossicato durante le operazioni di spegnimento dell’incendio.

La bonifica

Intanto il lavoro di bonifica e per porre in sicurezza il sito Snua, probabilmente si protrarrà anche nella giornata di oggi. È la prima volta che gli impianti Snua di via De Zan sono interessati da un incendio di così grandi dimensioni. All’inizio di agosto del 2015 per probabile autocombustione era scoppiato un incendio, prontamente domato, all’interno di un capannone. L’incendio di ieri è risultato ben più esteso di quello dell’agosto 2015. Fin dal mattino si sono mobilitati i sindaci di Aviano, Roveredo in Piano, Fontanafredda, Porcia e Budoia.

I sindaci

«Per fortuna, date le circostanze – ha sostenuto Paolo Nadal, sindaco di Roveredo – le scuole di sabato sono chiuse. Ho invitato i cittadini a chiudere le finestre e non consumare gli ortaggi degli orti. Ciò che più preoccupa – ha concluso Nadal – è l’inquinamento dell’aria».

Dello stesso tenore anche dichiarazioni e preoccupazioni di Marco Sartini, Michele Pegolo e Ilario De Marco, rispettivamente sindaci di Porcia, Fontanafredda e Aviano. Tante le testimonianze di roveredani e purliliesi sull’aria irrespirabile prima dell’alba.

A Roveredo, Porcia, Fontanafredda, Aviano e Budoia i residenti, per ora, non sembrano rassicurati dalle prime analisi eseguite dall’Arpa. —



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