Roma blocca la conferma di Santuz in Fvg Strade

UDINE. C’è un ostacolo alla proroga di Giorgio Santuz al vertice di Fvg Strade. È una norma nazionale contenuta nel decreto anticorruzione del fu governo Monti. Una norma che gli uffici della Regione stanno esaminando e che proibisce di rinominare amministratore di una società controllate da enti pubblici chi ha già svolto quel ruolo negli ultimi due anni.
Un ostacolo tecnico, quindi, blocca una scelta politica. La conferma di Santuz ha l’avallo della presidente Fvg Debora Serracchiani che alla società controllata al 100% dalla Regione vuole dare un ruolo da gestore unico della viabilità regionale.
Se oggi la Spa è già responsabile di circa mille chilometri di strade, tra poco potrebbe occuparsi di circa 2 mila chilometri in più, cioè di tutte le arterie stradali oggi assegnate alla responsabilità delle quattro Province, enti che il centrosinistra vuole chiudere.
E allora Santuz, ex ministro scelto in momenti diversi sia dal centrosinistra sia dal centrodestra, viene considerato l’uomo giusto per traghettare la società, almeno per un altro anno, verso un impegno più importante. L’ipotesi adesso sembra sfumare. Per il posto di Santuz, da settimane, si ripete il nome di Maurizio Ionico, professionista del Pd.
L’assemblea di Fvg Strade è fissata per lunedì 1º luglio, per il via libera al bilancio (chiuso in utile) e l’indicazione dei tre componenti del Cda, un presidente affiancato da due dipendenti regionali. Per Arianna Dreossi, quota Lega, e Andrea Mansutti (Udc), l’esperienza è terminata. E forse anche per Santuz.(a.bu.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto