Romanzo famigliare, ecco le donne della Archibugi

Più brave le attrici della storia che raccontano, soprattutto la giovanissima rivelazione Fotinì Peluso

La villa è imponente, assomiglia a quella dei Rengoni della Grande Famiglia di Cotroneo. E’ importante la caratura della casta, determina il gradimento. La povertà mette tristezza, meglio l’opulenza sporcata dal giusto contrappeso esistenziale: la sfiga. In Tv sceglie i ricchi, da sempre lo fa. Giusto un tumore iniziale aiuta a deprimerci. Quindi, grazie a Dio, spunta la Vittoria Puccini e passa tutto.

La saga della Archibugi, “Romanzo famigliare”, ha pigliato l’abbrivo su Raiuno, altre cinque puntatone doppie e sapremo che fine faranno le donne di Francesca, bravissime tutte, ben più della storia che raccontano. Non un granché di originalità fra baby mamme, sbandate d’amor, nonni despoti, pazienti autisti di auto blu e con una Livorno piuttosto bruttina al naturale, ma che qui par persino bella.

Non so, manca l’esca in questo sceneggiato, stai per abboccare, ma poi ci ripensi. Come se la fiction non avesse quel fascino promesso, ecco. Avendo buttato un occhio su ciò che succederà nella seconda puntata di martedì 9, cogli quanto i trasgressivi amori abbiano la meglio sull’ambaradan globale. Mamma e figlia s’inciampano diciassettenni su un bimbo non proprio desiderato in quel momento e in cascina ci sta pure la fatal rivelazione. Vedrete ben, volendo. Gli uomini se ne stanno in disparte, fatta eccezione per quel gran dio pagano di Giannini, che tutto illumina appena compare.

Attrice nata fatta e finita la diciottenne Fotinì Peluso, un vero fenomeno in ascesa, si spera per lei e per il rinnovo della specie. Lasciamo perdere le sequenze scolastiche: sappiamo bene la difficoltà di renderle più accattivanti di quelle dei Ragazzi della Terza C, ma la location è maledetta di suo e far bella figura cinematografica tra i banchi son cavoli amari.

Magari col tempo si piglierà ‘sto Romanzo, per ora è fiction stretta attorno a un qualcosa di troppo conosciuto per stupire. Senza essere veggenti, riesci a persino leggere il futuro. E la prevedibilità è la peggior nemica di qualunque arte, film in primis.

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