Rosa e canarino i radicchi vanto di Gorizia

GORIZIA. Ai contadini che producono la “Rosa di Gorizia”, il più bel fiore degli orti goriziani, va il Risít d’Àur 2012, 37ª edizione nel Premio Nonino. Rari ecotipi di Cicoria intybus, selezionati nel corso dei secoli, “Rosa di Gorizia” e radicchio “Canarino” sono prodotti nei rioni di Sant’Andrea e San Rocco, dove ogni famiglia conserva i propri semi e le pratiche agricole per coltivare questi radicchi sempre più dolci, croccanti e anche belli grazie alle tipiche sfumature rosa, rosse, gialle. Queste cicorie da grumolo prediligono terreni a medio impasto, ghiaiosi e soggetti, nel periodo estivo, a episodi siccitosi.
Seminato con la luna calante, contemporaneamente al frumento, il radicchio, sfalciato il grano, ricresce. Tra ottobre e novembre le foglie, ormai grandi, iniziano a colorarsi: il “canarino” di verde-giallo, la “rosa di Gorizia” di rosso in varie nounces. Le foglie esterne proteggono il cuore abbracciandolo. Solo quando il gelo “brucia” le foglie esterne, inizia il suo raccolto.
I cespi vengono tagliati con tutto il gambo e conservati in ambienti caldi e bui: coricati sotto un manto di paglia per diverse settimane, durante le quali vengono innaffiati frequentemente. Del radicchio originario, pulito dagli strati superficiali, non resta che il cuore. Nel 2000 si è costituita l’Associazione produttori radicchio rosso o Rosa di Gorizia per promuovere, favorire e tutelare il nome e la produzione di quest’eccellenza.
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