Rosset assolto 25 anni dopo l’omicidio di Annalaura Pedron

I giudici l’hanno ritenuto incapace di intendere e di volere al momento del delitto, quando aveva 14 anni. L’accusa ricorrerà in Cassazione
Lasorte Trieste 20/11/09 - Tribunale, Caso Pedron Rosset, David Rosset
Lasorte Trieste 20/11/09 - Tribunale, Caso Pedron Rosset, David Rosset

TRIESTE. Assolto perchè non imputabile. Questa, a distanza di 25 anni dall’omicidio di Annalaura Pedron, il 2 febbraio 1988 a Pordenone in via Colvera, la sentenza emessa dai giudici della Corte d’assise d’appello di Trieste nei confronti di David Rosset, 41 anni, pordenonese.

L’uomo, che all’epoca dei fatti aveva 14 anni, è stato identificato dagli inquirenti come l’autore materiale del delitto diversi anni dopo l’omicidio della babysitter, grazie all’utilizzo del Dna e delle nuove tecnologie investigative. Il caso aveva fatto discutere moltissimo, alla fine degli anni Ottanta, a Pordenone, perchè la vittima apparteneva alla setta di Telsen Sao, frequentata anche dall’accusato, pur giovanissimo.

Rosset non ha mai partecipato alle udienze nè ha mai preso posizione circa la propria colpevolezza o innocenza. Anche ieri, come sempre, era assente in aula.

Silenzio surreale alla lettura della sentenza, avvenuta alle 12.45.

L’accusa, pur non avendolo ancora annunciato ufficialmente, ricorrerà in Cassazione, dopo la vana richiesta di condanna a 24 anni di reclusione. La difesa sperava in un’assoluzione nel merito e non legata all’incapacità di intendere e di volere all’epoca dei fatti o comunque il giorno del delitto (la motivazione sarà depositata dai giudici entro 90 giorni).

La famiglia di Annalaura, dal canto suo (padre, madre e sorella) resta in vana attesa di giustizia, sballottata fra le aule dei tribunali con un verdetto diverso a ogni grado di giudizio e senza alcuna parola, sinora, da parte dell’accusato, su cosa accadde davvero quel 2 febbraio 1988 nell’appartamento in cui Annalaura prestava servizio.

In primo grado i giudici si erano pronunciati per la prescrizione, non entrando nel merito della vicenda.

In secondo grado è stata invece rivalutata una perizia psichiatrica a cui Rosset, giudicato inimputabile, era stato sottoposto durante il primo grado. Perizia a cui questi giudici avevano dato un peso relativo, mentre quelli d’appello l'hanno ritenuta fondamentale.

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