Roveredo in Piano, un paese cresciuto all’ombra della città

«Ma non chiamateci dormitorio, abbiamo la nostra identità». I servizi ci sono e funzionano. Il sindaco: serve l’auditorium

ROVEREDO IN PIANO. Non chiamatelo “dormitorio” di Pordenone. Al contrario, Roveredo (Lavoréit) è un paese con una propria identità e storia conservata nei libri e nella memoria delle generazioni più anziane che si esprimono ancora in un dialetto, il roveredano appunto, più vicino al friulano che alle parlate “venete” dei territori limitrofi.

Sviluppato in lunghezza lungo l'asse di via XX Settembre, da Sant’Anna a San Bastian (due dei dodici borghi che si sfidano nel classico palio estivo dei “pindoi” durante la tradizionale sagra di San Bartolomeo), il paese ha vissuto un’intensa crescita demografica che l’ha portato, nel giro di qualche decennio, a raddoppiare la popolazione, giunta alla soglia dei 6 mila abitanti.

Chi viene da fuori – ormai gli autoctoni sono meno del 10 per cento – apprezza la vita tranquilla di un paese a misura d’uomo, non distante dalla sempre più caotica Pordenone. Anche se i roveredani sono in “via d’estinzione”, le varie amministrazioni comunali si sono dimostrate attente a valorizzare la storia locale: l'ultima iniziativa che si ricorda sono le “Voci del gelso” (raccolta di memorie e racconti che presto diventerà un dvd), ma il sindaco Mara Giacomini – eletta giusto un anno fa e che guida un’amministrazione di centrosinistra –, annuncia l’intenzione di rispolverare e rilanciare vecchie pubblicazioni locali.

A Roveredo non manca l’essenziale: i mezzi pubblici funzionano (anche se il passaggio potrebbe essere più frequente), esiste un collegamento diretto con l’ospedale di Pordenone e vi ha sede una struttura riabilitativa, la Rsa, che serve i cittadini della provincia. Prossimamente sarà realizzato un poliambulatorio di medicina generale (nello stabile municipale), l’asilo comunale è nuovo di zecca e le scuole elementari e medie sono state oggetto di lavori di manutenzione.

Gli impianti sportivi sono ben tenuti: a breve si inaugureranno i nuovi campi da tennis, mentre per i “vecchi” c’è un progetto di riconversione per adattarli ad altre discipline. In cantiere c’è la sistemazione del soffitto del palazzetto dello sport, dove sarà risolto pure il problema delle infiltrazioni d’acqua. La struttura verrà recintata e l'area verde che le sta di fronte ripulita.

Veniamo alle note dolenti. «Manca – a dirlo è il sindaco Mara Giacomini – un auditorium per i grandi eventi», “sacrificati” in oratorio o al palazzetto. Andrebbero potenziati i collegamenti ciclabili: se quello tra la località Borgonuovo e Porcia è già appaltato, nessun progetto esiste rispetto al confine con il territorio di Fontanafredda.

«È nostra intenzione – annuncia inoltre il primo cittadino – stimolare i privati a intervenire sugli edifici fatiscenti lungo via XX Settembre, specie in zona Sant’Antonio». Oltre al futuro dell’ex centro commerciale “Ovvio-Semeraro”, già in parte svuotato dalla crisi, preoccupano le nuove escavazioni (autorizzate dalla passata amministrazione Bergnach) che estrarranno dal territorio 2 milioni e mezzo di metri cubi di ghiaia nell’arco dei prossimi 15 anni. Dopo questi prelievi, è risoluta la Giacomini, non ne saranno concessi di ulteriori.

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