Ruba ai colleghi negli spogliatoi dell’azienda
SAN VITO. Nell’arco di tre settimane, a novembre, ha rubato circa mille euro dai portafogli dei colleghi di lavoro alla Pizza group srl di San Vito al Tagliamento nella zona industriale di Ponterosso.
Turbati dagli ammanchi ai loro effetti personali lasciati incustoditi negli spogliatoi dalla ditta, che produce e realizza macchine per pizzeria dal 1974, hanno segnalato il caso ai carabinieri della stazione di San Vito al Tagliamento. I dipendenti derubati hanno sporto denuncia.
I militari dell’Arma si sono nascosti e appostati per smascherare l’autore dei furti. Subito i sospetti si erano concentrati sui dipendenti dell’azienda: le somme di denaro sparivano durante l’orario di lavoro e solo un lavoratore avrebbe potuto avere libero accesso agli spogliatoi. Ma chi era stato?
Lunedì 18 novembre i carabinieri di San Vito hanno cominciato il servizio di appostamento in borghese. L’intuizione investigativa è stata premiata già il primo giorno. I detective hanno visto entrare negli spogliatoi una donna, che ha sfilato 135 euro dal portafogli di un dipendente, impegnato in quel momento nella sua mansione lavorativa. Era una dipendente della ditta.
I militari dell’Arma sono balzati fuori dal nascondiglio e hanno arrestato la donna in flagranza per furto. Si tratta di Alessandra Labanca, 42 anni, residente a Codroipo, già indagata nell’ambito dell’inchiesta delle Fiamme gialle “Cars lifting”.
Se in un primo tempo era stata accompagnata agli arresti domiciliari, il pm Andrea Del Missier ha disposto poi che fosse immediatamente rilasciata. La donna, interrogata dal sostituto procuratore Del Missier alla presenza del suo legale Francesca Gobbo, ha confessato i furti e ammesso le sue responsabilità, senza però fornire una spiegazione. Si è però scusata per il suo comportamento e gli inquirenti hanno intuito una situazione di difficoltà.
Il pm ora chiederà la convalida a piede libero. Sei in tutto i furti attribuiti dagli inquirenti alla 42enne codroipese. Gli importi sono esigui e pertanto non sono state contestate circostanze aggravanti. Si tratta di reati procedibili a querela. Se l’indagata risarcisse i derubati, potrebbero decidere di ritirare la denuncia.
Interpellata telefonicamente, l’avvocato Francesca Gobbo, che assiste Labanca, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. —
I.P.
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