Rubano in un campo 20 chili di albicocche

Gradisca: presa di mira l’azienda agricola di Matteo Trevisan. Gli autori del furto sono ospiti del Cara

GRADISCA. Ladri fruttivendoli fanno razzia di albicocche in borgo Trevisan. La notizia di per sé potrebbe sembrare curiosa e nulla più, ma presenta dei risvolti più complessi. Gli autori dei furti sarebbero gli ospiti del vicino Cara, il centro per richiedenti asilo politico. Il che riporta in auge il dibattito sul non semplice impatto che la struttura per immigrati ha per la cittadina isontina.

Matteo Trevisan è un giovanissimo imprenditore agricolo. Ha 21 anni, ama profondamente il proprio lavoro e abbina agli studi l'impegno nell'azienda agricola di famiglia, Borgo Trevisan appunto, dedicata al rione dove ha le sue radici. Ha grandi progetti. E dice di non poterne più dei continui blitz nel suo frutteto, un ettaro di terreno che lambisce Cara e Cie.

«In questi quattro anni i furti saranno stati almeno una ventina. E mi tengo basso», dice. Il problema è che non stiamo parlando di un frutto tentatore arraffato così, più che altro per bravata, magari per rinfrescarsi del primo caldo in arrivo. Matteo sostiene di essere stato vittima di vere e proprie razzie all'interno della sua azienda.

L'ultimo episodio si è verificato pochi giorni fa, attorno alle 19. Gli hanno portato via 20 chili di albicocche. «Ho notato due persone sulla strada che mi hanno insospettito – racconta – e così mi sono addentrato nel frutteto sorprendendo altre tre persone con 4 borsoni colmi di frutta. Queste persone si sono date alla macchia e a un certo punto hanno lanciato le borse. Inutile dire che quella è tutta merce da buttare. Mesi di lavoro andati in fumo, il primo stacco delle albicocche di quest'anno ormai è andato in malora. Non ci ho dormito la notte».

A quel punto Trevisan ha anche allertato i carabinieri, che in effetti hanno pizzicato nelle vicinanze i ladri amanti delle albicocche. Nel caso specifico si sarebbe trattato di ragazzi di nazionalità afghana.

«Chi mi conosce sa che non sono razzista e non ce l'ho con quei ragazzi – scandisce Matteo, che non ha voluto sporgere denuncia - né con altri che ho sorpreso intrufolarsi in casa mia. Il fatto è che da 5 anni io e la mia famiglia ci sentiamo violati nella nostra proprietà. Mi consigliano di erigere una recinzione, ma costa maledettamente. Vi sembra normale che debba avere paura di recarmi al lavoro nei miei campi? Vorrei che anche il sindaco, che è del nostro borgo, capisse che qui bisogna intervenire.

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