Ruby 2: condannati Fede, Mora e Minetti FOTO
MILANO. «Visti gli articoli...». Sono passate da poco le 16 e 30 quando in perfetto orario sui tempi annunciati la quinta sezione del tribunale di Milano rientra in aula e inizia a dar lettura del verdetto. Gli avvocati presenti hanno già capito che non si tratta di un’ assoluzione. Lo stesso il pm Antonio Sangermano, in piedi accanto al procuratore capo Edmondo Bruti Liberati.
Un richiamo del presidente, Anna Maria Gatto, spegne i bruisii. La condanna più alta è per l’ex agente dei vip Lele Mora, il solo imputato presente e anche l’unico al quale il tribunale concede le attenutati generiche. Ma 7 anni - come richiesto dalla procura - arrivano anche per l’ex direttore del Tg4, Emilio Fede. Entrambi erano consapevoli della minore età di Ruby quando la accompagnarono oltre i cancelli di Arcore, hanno ritenuto i giudici infliggendo loro anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Infine l’ex consigliera regionale del Pdl Nicole Minetti: per lei 5 anni di reclusione.
La sentenza che chiude in primo grado il caso Ruby bis non si esaurisce però con la condanna dei tre imputati per induzione e favoreggiamento della prostituzione delle 35 ragazze che frequentavano le cene e i dopo cena a Villa San Martino.
Il collegio giudicante ha anche restituito gli atti alla procura - per l’accertamento di eventuali reati - per numerosi protagonisti del processo e per attori e comprimari della vicenda: a cominciare da quelli relativi alle posizioni di Silvio Berlusconi (già condannato a sette anni nel processo principale), dei suoi avvocati Niccolò Ghedini e Pietro Longo, della stessa Karima El Marough, in arte Ruby, e del padre della ragazza.
Al centro della vicenda vi sarebbero le indagini difensive svolte dai legali del leader del Pdl. In particolare, il tribunale ha chiesto sia valutata la posizione di Berlusconi in relazione a due circostanze: quando convocò ad Arcore alcune delle ragazze coinvolte nel caso e quando venne effettuato il cosiddetto interrogatorio “fantasma” di Ruby.
Alla lettura della sentenza, i legali presenti in aula si sono detti «sbigottiti» per il rinvio degli atti e la pesantezza delle condanne. Fede (per i giudici colpevole di favoreggiamento ma non di induzione alla prostituzione di Ruby) ha parlato alle agenzie - da una beauty farm - di «una follia giuridica». «È una condanna talmente forte che voglio esprimere solidarietà ai giudici perché domani la loro immagine sarà meno dignitosa», ha commentato Fede annunciando ricorsi ad oltranza e una querela per calunnia contro Chiara Danese, Ambra Battilana e Iman Fadil, le tre ragazze costituitesi parte civile alle quali il tribunale ha riconosciuto il risarcimento danni.
Anche Nicole Minetti, per quanto «soddisfatta» per l’assoluzione da tre dei capi di imputazione, al telefono con i suoi legali si è detta «stupefatta» per la durezza del verdetto. «Cinque anni per avere affittato le case e pagato le bollette delle olgettine mi sembrano troppi», le ha fatto eco l’avvocato Pasquale Pantano.
Lele Mora ha lasciato l’aula e ha parlato solo in serata: «Una sentenza pesante, ma me l’aspettavo».
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