Sacher, soldi e raggiri Ricostruito così il delitto
UDINE. Alcuni pezzi del puzzle cominciano ad andare a posto, anche se lo scenario non è ancora completo. E riemerge il filo rosso dei soldi. Gli inquirenti che stanno cercando di chiarire in quale contesto è avvenuta la morte di Mirco Sacher, 66 anni, pensionato, trovato morto il 7 aprile nei campi di via Buttrio, in queste ore stanno mettendo a punto la prima possibile ricostruzione di quella domenica. Lo stesso giorno in cui, poche ore dopo il ritrovamento del cadavere, due quindicenni udinesi hanno dichiarato «L’abbiamo soffocato noi, voleva violentarci». Le giovani sono ora accusate di omicidio preterintenzionale dalla Procura per i minorenni di Trieste.
La versione dei fatti fornita dalle adolescenti (legittima difesa di fronte a un tentativo di stupro) è apparsa agli uomini della Squadra mobile, fin dall’inizio, “monca” e per certi aspetti inspiegabile. Con il trascorrere dei giorni - sono passate più di due settimane - e con l’aggiungersi di sempre nuove testimonianze, è venuto a galla quello che, a giudizio degli investigatori, è il filo conduttore di tutta la vicenda: la continua ricerca di denaro da parte delle ragazzine ed episodi a sfondo sessuale la cui natura non è ancora definita.
La chiave di volta del caso, secondo la polizia, resta sempre la stessa ed è contenuta nella risposa alla domanda: «perchè Sacher e le quindicenni sono andati in via Buttrio quando erano insieme già da ore e avevano a disposizione l’appartamento dell’uomo in via Strassoldo?». Ed è appunto da qui che comincia la ricostruzione (non definitiva) di domenica 7 aprile. Stando alle ipotesi degli investigatori, che hanno messo in relazione quanto acquisito finora, una delle due adolescenti, che già in passato - sempre secondo la polizia - ha messo a segno un raggiro ai danni di un uomo di mezz’età facendosi consegnare cento euro, potrebbe aver voluto fare una cosa simile anche con Sacher.
Tanto più che l’ex ferroviere, pur essendo disponibile a pagare loro da bere e da mangiare e anche piccole ricariche telefoniche, aveva già intimato alle ragazzine di non mettere le mani nel suo portafoglio. Una frase con questo significato è stata sentita, nella tarda mattinata proprio del 7 aprile, dalla cassiera del supermercato Prix di viale Leopardi, dove i tre si erano recati per acquistare vino.
Le due quindicenni - o solo una di loro - potrebbero essersi fatte accompagnare in via Buttrio con una scusa o sulla scorta di qualche promessa. Quest’idea è sostenuta dal fatto che una delle ragazzine, la stessa che sedeva davanti in auto mentre Sacher guidava, ha ammesso di conoscere bene la zona di via Buttrio. Una volta raggiunta la zona verde o le adolescenti hanno cercato di nuovo di metter mano nel portafoglio del pensionato (da cui mancano i 150 euro prelevati dall’uomo al bancomat poche ore prima e spesi in minima parte al Prix per le bevande), oppure lui ha tentato in qualche modo un approccio di tipo sessuale, o ancora tutte e due le cose insieme. Di certo c’è stata una colluttazione: le giovani raccontano che Sacher ha afferrato una di loro e le ha sbattuto la testa contro un palo verde. E dall’autopsia è emerso che l’ex ferroviere ha le costole rotte: le quindicenni hanno infatti ammesso di essergli saltate sopra e di avergli stretto il collo.
Anche in questa ricostruzione ci sono punti che ancora non “quadrano”. Al momento, comunque, sembra la più verosimile. E le altre sembrano incontrare ostacoli insormontabili.
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