Sacile è in lutto, è scomparsa Gabriella Polesel

Insegnante, era impegnata nell’associazionismo cattolico Lascia il marito Ettore, noto architetto, e due figli

SACILE. La sua vita è stata prima di tutto per gli altri. Senza farlo pesare, sempre in modo schivo, come se quell’impegno eccezionale, dentro e fuori casa, fosse cosa normale, comune ai più. Ma lei, Gabriella De Apollonia, per i più “la Lella” Polesel (il cognome dell’amato marito Ettore e dei suoi figli Stefano e Paolo è diventato a tutti gli effetti anche il suo), di comune aveva ben poco. E la sua scomparsa, dopo una lotta impari con una malattia che non le ha lasciato scampo, è una ferita profonda per chi l’ha conosciuta e amata.

Presidente di radio Palazzo Carli, fondatrice di un gruppo di auto mutuo aiuto a Sacile, consulente famigliare, impegnata nel Masci (Movimento adulti scout cattolico i italiani), insegnante di yoga, Gabriella era tutto questo e molto di più. Perché qualunque cosa facesse, sottolinea chi l’ha conosciuta, la faceva al massimo. E nonostante questo si schermiva se qualcuno glielo faceva notare.

La carriera di insegnante, di lingua tedesca alle scuole superiori, l’aveva lasciata dopo dieci anni. Ma nella sua vita il lavoro non è mai mancato. Gabriella era la moglie, la mamma, l’amica, era la persona che con rigore e innata capacità di ascolto sapeva mettersi a disposizione di chiunque avesse bisogno. Alla fine, quando ad avere bisogno è stata lei, si è affidata ai suoi affetti, ha accettato di lottare con coraggio e dignità anche quando le forze erano poche, anche quando desiderava lasciasi andare.

E ancora una volta ha lottato prima per gli altri, per la sua amata famiglia, che per se stessa. «Abbiamo combattuto in due fin dall’inizio – racconta il marito Ettore, architetto molto conosciuto a Sacile e compagno di una vita – e lei è stata straordinaria. Ha portato avanti la sua croce con coraggio, a volte non ce la faceva più, ma alla fine reagiva, accettava di provarci ancora, come un agnello mansueto».

Forza di temperamento e dolcezza nel modo di porsi i due tratti che lasciavano il segno al primo incontro. Forse anche per questo negli anni si era formata con impegno e professionalità come consulente familiare, prestando servizio nel centro del duomo, ma anche a Vittorio Veneto. Insieme all’amica Regina Cescon (anche lei scomparsa pochi mesi fa) e ad alcune volontarie, aveva creato il gruppo “Aiutare a vivere” per dare risposta alle persone che devono affrontare la depressione. I segni di una personalità complessa e di una grande ricchezza interiore sono rimasti anche nella casa di via De Gasperi, dove ha scelto di rimanere fino all’ultimo: pitture, ceramiche, ma anche poesie e scritti.

E da qui dove partirà il suo ultimo viaggio domani pomeriggio. I funerali si terranno alle 15.30 in duomo, mentre questa sera, alle 19.45 ci sarà il rosario, sempre nella chiesa di San Nicola.

Nel 2004 l’avevamo intervista in occasione della Festa della donna. «Ci sono tante donne proiettate sulla loro immagine, sull’estetica – analizzava allora –, ma ce ne sono tante altre che si impegnano per crescere come persone e per far crescere la società che le circonda». Lei è stata senz’altro una di queste.

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