Sacile, franano le sponde dello stagno “abusivo”

L’area dell’ex Consorzio agrario ancora nel degrado. I residenti di via Sfriso chiedono la bonifica

SACILE. Lo stagno “abusivo” è sparito e franano le sponde: quelle della voragine aperta da anni nel sito dell’ex Consorzio agrario. L’area incuneata tra via Isonzo e via Sfriso offre un’altra prospettiva per i residenti con l’affaccio condominiale che chiedono da anni una sistemazione alla proprietà.

La prima bonifica c’è stata nel 2014: quando l’amministrazione ha sancito l’accordo di comodato d’uso gratuito alla proprietà dell’ex consorzio agrario per aumentare gli stalli nella parte piana, a livello della strada. Su 1.500 metri quadri dove non c’è traccia di depressioni o buche profonde si può tirare il freno a mano senza pagare la sosta.

A pochi passi, separato dalle transenne, si apre la voragine dove le stagioni piovose formano lo stagno con rane e zanzare e i periodi di siccità mettono in mostra l’erosione progressiva delle sponde. Quelle che cedono e franano pezzi di cemento, asfalto e ghiaia.

«La società Meta srl – recita il verbale della delibera di giunta 2014 – ha ceduto in comodato d’uso temporaneo e gratuito l’area dell’ex consorzio agrario. Fino a quando non cominceranno i lavori di nuova edificazione di unità commerciali e residenziali. I progetti edilizi sono depositati e sospesi, per le problematiche legate alla bonifica di una parte dell’area che è contaminata da idrocarburi».

L’accesso da via Sfriso è regolare e invece da via Isonzo è interdetto dalla voragine. Area privata a uso pubblico “pro tempore” almeno fino al taglio del nastro nel nuovo parcheggio Palamicheletto in via Cartiera vecchia. «L’area interessata – indica la delibera – è pavimentata in cemento e sarà delimitata da una recinzione temporanea, con circa 50 posti auto».

La bonifica dell’ex consorzio che era ridotto a una palude, ha portato la ghiaia a metà del buco. «L’acqua riaffiora dopo intense piogge – dicono i residenti in via Isonzo –. Il fenomeno da controllare è il cedimento delle sponde».

I giardini e muretti di confine sono sottoposti allo stress della ghiaia che si sposta lentamente? E’ questo il dubbio. Situazione sotto controllo nel buco lasciato anni fa dai serbatoi di idrocarburi dell’ex consorzio agrario. Ci sono 4 mila metri quadrati destinati a un intervento edilizio: quando?

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