Sacile, rubate tre volte le immagini di Padre Pio

L’effigie del Santo trafugata da un’edicola votiva creata da una signora di 92 anni Angela Miotti: «Mi chiedono di rimetterla, ma io adesso non mi fido più».

SACILE. Tre profanazioni una dopo l’altra: l’edicola votiva di Padre Pio è rimasta vuota, a Sacile. Lungo l’asse tra via Cavour a piazza Manin, vicino al tronco d’albero che anticipa la passerella delle Prigioni sul Livenza, la gente resta delusa. E’ rimasto un rosario sul tronco e basta: fa il vuoto anche nel cuore dei sacilesi devoti al santo di Pietrelcina. Quelli che hanno infilato la fede popolare nella vita quotidiana.

«Mi chiedono di rimettere l’immagine di Padre Pio – dice Angela Miotti, che ha fatto nascere il culto popolare –. Ma dopo tre atti vandalici che l’hanno profanata e gettata lontano, come faccio a fidarmi? Ho perso la speranza perché c’è tanta cattiveria in giro».

La fede vince tutto: i devoti rivogliono il santo. «Quattro anni fa ho avuto una visione, sul ponticello di legno – ha raccontato Angela, che porta alla grande 92 anni circondata dall’affetto di 8 nipoti e 4 pronipoti –. Ero ferma, vicino alle sponde del fiume e ho visto la sagoma di un frate. Ho aspettato, ma dopo un po’ è sparito. Mia suocera, buonanima, era devota a padre Leopoldo da cui diceva di avere avuto una grazia. Era santo a Padova e ho cominciato a pregarlo».

L’immagine di padre Leopoldo è durata poco, finita nel mirino dei vandalismi notturni. «Un’amica ha avuto l’idea di creare un’edicola nuova con la foto di Padre Pio – ha riepilogato Angela –. Con la Wilma abbiamo offerto un punto di preghiera per i passanti. Poi, di nuovo, ci sono stati gli atti vandalici. Una signora che arriva da Trieste ha chiesto in giro che fine ha fatto il Santo e ci sono decine di persone deluse».

I profanatori di immagini sacre hanno fatto sparire l’immagine devozionale nella nicchia votiva che è infilata nell’albero. «Vandalismi vergognosi – ha commentato Cristina che gestisce l’edicola di via Cavour –. Le nonne del quartiere sono rimaste male: passare dal ponticello e dire una preghiera era diventato un rito quotidiano».

I “ladri di tabernacoli” hanno fatto una razzia di fiori, immagini e buonafede. «Prego sempre – dice ancora Angela –. Ma sono sgomenta: a chi può dare fastidio, la fede spontanea?».

Il vandalismo assume contorni inquietanti, visto il ripetersi degli episodi. Giovani teppisti? Atei impenitenti? Un raid notturno di squilibrati? Non ultimo, ha preso corpo la pista del furto per riti esoterici. Le sette (nel Veneto c’è un picco stagionale di riti in odor di diavolerie) sono a caccia di immagini sacre, particole per la celebrazione di pratiche occulte.

La devozione per padre Pio deve avere dato fastidio. «È una testimonianza ingenua della pietà – conclude nonna Angela –. Per proteggere i luoghi e le anime».

 

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