Sagra dei osei, animalisti delusi e pronti a una nuova protesta

Le trattative con il Comune di Sacile e la Pro non hanno dato i frutti sperati e il dialogo si è interrotto. «La cosa disarmante è che le istituzioni non parlano mai di benessere e diritti degli animali»

SACILE. «Volano i condor sulle trattative Comune-animalisti». Confronto congelato e dialogo interrotto: uccelli in gabbia e animalisti in piazza del Popolo il 18 agosto, nella Sagra dei osei 2013. «Gli animali non possono più aspettare l’edizione 741 – Daniela Galeota, Andrea Gaspardo e Guido Iemmi con le bandiere Animalisti Fvg, Lac e Lav rispondono picche a Comune e Pro Sacile –. Di fronte al muro di silenzio alzato dalle istituzioni, rilanceremo l’azione di protesta il 18 agosto.

Quello che c’era da dire è rimasto inascoltato: la nostra sarà una protesta pacifica, non certo muta come molti vorrebbero. Ricorderemo a visitatori, espositori e promotori che dentro a quelle prigioni c’è qualcosa che il trattato di Lisbona 2007, ratificato dal governo italiano il 2 agosto 2008, definisce un essere senziente».

Meno sette alla Sagra dei osei numero 740. «Una settimana per prepararsi a schierare la merce in piazza, merce pronta a cantare e mostrare le piume al migliore offerente – si preparano alla lotta di civiltà gli animalisti –. Migliaia di uccelli, tartarughe, pesciolini esotici e qualsiasi altra cosa si muova. La chiamano “tradizione”, un concetto astratto alle orecchie degli animali in gabbia».

Le polemiche con l’organizzazione della kermesse sono partite in anticipo: con il presidio informativo del 27 luglio. «Si sono sprecate rassicuranti strette di mano e dichiarazioni di apertura alle trattative – gli animalisti avevano pensato di avviare il confronto con Comune e Pro –. Nel giro di due settimane le porte, che sembravano spalancate, si sono chiuse a doppia mandata dopo le dichiarazioni del vicesindaco Claudio Salvador e del sindaco Roberto Ceraolo. Hanno detto che l’autonomia della Pro Sacile andrebbe addirittura aumentata e la Sagra rafforzata».

Dialogo interrotto, va da sé. «La cosa disarmante – continua Guido Iemmi – è che in queste dichiarazioni non si parla di benessere e diritti degli animali. Invece è il fulcro di tutta la discussione: abbiamo sollevato domande che sono sempre rimaste senza risposta». I commenti sui social network hanno radicalizzato le posizioni: “Le nostre tradizioni non si toccano”, “I panni sporchi ce li laviamo in casa nostra”, “La Sagra andrebbe rinnovata, gli animali soffrono”.

«Si invoca un rinnovamento – ricordano Gaspardo e Iemmi – basta che non si tocchino le fondamenta, cioè le gabbie». La conclusione è provvisoria e promette battaglia. «Le istituzioni – conclude Iemmi – si aspettano che l’organizzazione della Sagra sia in grado di autoregolamentarsi senza la sgradita intromissione degli animalisti. Ma senza le proteste degli animalisti, la Sagra sarebbe come 30 anni fa».

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