Saldi, conto alla rovescia ma c’è chi è già partito
Il via ufficiale sarà dato venerdì 5 gennaio, tra attesa e diffidenza dei consumatori. Un occhio al portafogli con attenzione alle regole per evitare i “bidoni”

UDINE. L’ora X per la caccia all’affare scatterà fra due giorni. In Friuli Venezia Giulia i saldi partiranno ufficialmente venerdì 5. Anche se non mancano i negozi che hanno già anticipato le svendite o le offerte promozionali su alcuni articoli selezionati. C’è chi il capa da acquistare l’ha già adocchiato. E aspetta solo lo sconto per acquistarlo. Ma spesso il rischio è quello di incappare in qualche fregatura. Per questo è stato redatto un apposito decalogo anti truffa. Si parte, dunque. Tra luci e ombre. Perché a livello nazionale non tutti sono fiduciosi. Anzi, c’è chi non esita a parlare di flop annunciato.
Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio i saldi interesseranno 15,6 milioni di famiglie muoveranno in totale 5,2 miliardi di euro, con un budget di spesa a persona di 143 euro. Ogni famiglia spenderà 331 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature e accessori. «Secondo le nostre stime, la spesa per gli acquisti in saldo per valore – afferma Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia e vice presidente di Confcommercio – sarà leggermente inferiore a quella dell’anno scorso, ma in linea con il momento. Il vero vantaggio sarà per i consumatori non vedere i prezzi dei negozi, dal primo gennaio, con l’Iva al 25 per cento. Il Governo ha fatto bene ad ascoltarci, sterilizzando le clausole di salvaguardia, ma se vogliamo veramente uscire dal tunnel, occorre un maggior sforzo, coraggio e determinazione per ridurre la pressione fiscale, ancora troppo elevata per imprese e famiglie».
Pessimista invece il Codacons che senza troppi giri di parole preannuncia già un «flop per i saldi invernali». Per l’associazione a difesa dei consumatori, infatti, le vendite durante i saldi faranno registrare una contrazione con un budget medio nazionale che scenderà a 168 euro a famiglia. Solo il 40 per cento degli italiani conta di approfittare delle vendite di fine stagione. «Il flop dei saldi è da attribuire a diversi fattori – spiega il presidente Carlo Rienzi – far partire gli sconti a ridosso delle festività natalizie e di Capodanno è una scelta suicida, perché i portafogli degli italiani risultano già svuotati dalle spese per regali, pranzi e cenoni. Quest’anno poi a influire è anche l’effetto “Black Friday” che, grazie ai suoi 4 giorni di sconti speciali nei negozi, ha portato molti consumatori ad anticipare acquisti che avrebbero magari fatto durante i saldi». Infine, «a decretare la morte delle vendite di fine stagione troviamo il commercio online il quale, grazie a promozioni valide tutto l’anno, attira un numero sempre crescente di cittadini».
Secondo le previsioni dell’Adoc (Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori) la somma che ogni famiglia, in media, destinerà ai saldi non supererà i 250 euro, pari a circa il 10 per cento del reddito mensile disponibile. «Purtroppo – dichiara il presidente Roberto Tascini – la combinazione tra redditi bassi e spese primarie e irrinunciabili elevate, come quelle sostenute per alimentazione, casa, trasporti e tasse, non permette alle famiglie italiane di destinare grosse cifre alle spese extra come i saldi. Gli acquisti più ingenti si concentreranno infatti nel periodo finale, quando gli sconti arriveranno fino al 50-60 per cento. È importante rilevare che, almeno secondo le nostre stime, circa il 30 per cento dei consumatori effettuerà acquisti a saldo online».
Parla del ritorno di un debole ottimismo Coldiretti. In quasi sei casi su dieci (59 per cento) gli italiani pensano che la situazione economica del Paese sarà stabile o migliorerà nel 2018, una percentuale superiore dell’8 per cento rispetto allo scorso anno e leggermente superiore alla media europea (58 per cento). «Il maggiore ottimismo degli Italiani – afferma la Coldiretti – si è già sentito nelle spese per le feste, che tra Natale e Capodanno, ha raggiunto i 12,9 miliardi di euro tra cibo, viaggi, divertimenti e regali. Infine, secondo un’indagine condotta da Confesercenti, in collaborazione con SWG, su un campione di 600 commercianti e 1.500 consumatori, circa un italiano su due (il 47 per cento) ha già deciso che approfitterà dell’occasione per fare almeno un acquisto, valutando di investire, mediamente, 150 euro.
Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, si devono seguire alcune regole riguardanti i cambi, i pagamenti (le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione), i capi che non devono essere residui di magazzino, i prezzi con l’obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale e le eventuali fregature per le quali i cittadini devono rivolgersi al Codacons oppure chiamare i vigili urbani.
Udine, sconti tutto l'anno
È tempo di saldi, sinonimo spesso, almeno nel passato, di affari. Oggi, però, questa abitudine sembra essersi persa. Gli stessi negozianti non intravedono in questa stagione di acquisti un rilancio dei fatturati. La “deregulation” ha concesso spazi commerciali in ogni momento dell’anno. Gli “sconti promozionali” - così ormai si chiamano - sono infatti presenti nei banchi e negli scaffali quasi sempre. Basta girare in questi giorni nei negozi di Udine e della sua provincia per accaparrarsi la merce già con il 50 per cento di sconto.
«Ci pensano poi gli outlet, i centri commerciali e l’e-commerce – a detta dei piccoli esercenti – a rovinare quella sorta di piacere di fare shopping sfrenato durante i saldi». Il 5 gennaio è diventata, quindi, più che altro una data simbolica per mantenere una tradizione che ormai vacilla. Ce lo confermano al Duca d’Aosta dove «le richieste per l’inizio dei saldi sono ancora limitate. Non c’è interesse come lo scorso anno. La gente ha già fatto buoni affari prima di Natale». Da “Cattelan Abbigliamento” le speranze di una ripresa sono flebili come spiega la titolare Francesca Fischetto: «Di solito si attende l’inizio dell’anno per comprare la merce di marca a basso costo, mentre prima l’acquisto è orientato sugli accessori, guanti o sciarpe. Ma questa volta non nutro grandi speranze. Il 2017 è stato il peggiore dal punto di vista dei consumi. Evidentemente la ripresa economica è iniziata in altri settori. Non nel commercio, sicuramente».
«I saldi – aggiunge – porteranno entusiasmo nei primi giorni, ma poi saremo costretti a sopravvivere. L’e-commerce e gli outlet ci hanno tagliato le gambe». Anche all’Olimpionico fanno notare che «internet ha cambiato le regole del gioco. Basti pensare che in America il 50 per cento dei prodotti viene venduto online. Noi stessi, tra i primi a Udine, ci siamo affidati anche alla rete per la vendita. Ma la gente si è resa conto che su questo canale gira tanta merce contraffatta. Il consumatore si rivolge oggi ai siti collegati a negozi. Non va più alla cieca sperando nell’affare».
«I saldi – aggiunge – porteranno entusiasmo nei primi giorni, ma poi saremo costretti a sopravvivere. L’e-commerce e gli outlet ci hanno tagliato le gambe». Anche all’Olimpionico fanno notare che «internet ha cambiato le regole del gioco. Basti pensare che in America il 50 per cento dei prodotti viene venduto online. Noi stessi, tra i primi a Udine, ci siamo affidati anche alla rete per la vendita. Ma la gente si è resa conto che su questo canale gira tanta merce contraffatta. Il consumatore si rivolge oggi ai siti collegati a negozi. Non va più alla cieca sperando nell’affare».
Antonella Rodaro di “Zanetti Men’s Wear” è convinta che «non si può parlare di crisi. Semplicemente – dice – in questi anni siamo stati costretti a dividerci la torta tra mille concorrenti vista l’apertura di numerosi centri commerciali. Il problema sta a monte, ovvero nelle autorizzazioni. Se poi ci aggiungiamo che il “Black Friday” in Italia è diventato “Black Weekend”, che Amazon si è trasformato in una superpotenza, è facile immaginare che lo shopping ormai si protrae tutto l’anno e non c’è più la corsa al saldo».
Ad auspicare una maggiore regolamentazione da parte del prossimo Governo è Mario Ulian capogruppo di Federmoda affiliato a Confcommercio. «La stagione dei saldi mantiene nelle abitudini del consumatore una sua attrattività e un fascino – spiega –. L’arrivo anticipato dell’inverno ha aiutato molti commercianti a vendere qualche capo in più nel periodo vicino a Natale, soprattutto nelle località turistiche. Complessivamente siamo abbastanza soddisfatti».
Un cliché che si ripete, anacronisticamente, ogni anno: prima c’è il Natale durante il quale i negozi, di abbigliamento, in particolare ma non soltanto, cercano di raddrizzare l’andamento degli affari (tanti o pochi che siano) ma fanno i conti con l’online o gli outlet. Poi c’è il periodo dei saldi, che anche in Regione quest’anno dovrebbe cominciare ufficialmente venerdì ma che in realtà, un po’ dappertutto, ha preso avvio già da giorni: pre-saldi, vendite promozionali, sms e mail riservate ai titolari di fidelity card. Per tutti costoro ci sono sconti imperdibili che abbattono di metà del prezzo originale i prodotti.
Ma allora, i saldi di fine stagione, hanno ancora ragione di esistere?
«Io parlo dal punto di vista personale – spiega Antonella Popolizio di Federmoda Pordenone –. I saldi dovrebbero essere aboliti o, perlomeno, essere dei veri sconti di fine stagione che non cominciano quando la stagione è appena iniziata. E al posto di questi sconti potrebbero essere organizzati degli eventi pensati soltanto per il commercio, alla “Black Friday”: alcune ore in cui una selezione di prodotti viene scontata».
Il periodo natalizio è stato piuttosto negativo a Pordenone con un meno 4 per cento per l’abbigliamento e un sostanziale pareggio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno per quanto riguarda gli accessori come l’intimo, gli articoli per la casa e le gioiellerie. «L’online e le pre-svendite ci hanno penalizzato – sottolinea Popolizio –. Cosa possiamo fare? La battaglia è molto dura e si sta cercando di affrontarla a livello nazionale, ma non è facile perché vuol dire cambiare una mentalità. Nel nostro piccolo, dobbiamo cercare di portare gente in città».
Gli eventi di Natale, le casette in piazza XX Settembre, la pista del ghiaccio sono tutti elementi che portano gente in città: il passo successivo per i commercianti cittadini è che queste persone, oltre alla passeggiata, entrino anche nei negozi.
«La stima per la spesa pro capite durante i saldi è di 145 euro – ricorda Popolizio –. Come il solito, il boom sarà nei primi giorni. Cominciando venerdì 5, i negozi di Pordenone rimarranno per la stragrande maggioranza aperti per tutto il fine settimana, compresa l’Epifania e la domenica. Cercheremo così di approfittare dell’onda lunga e del periodo in cui tanta gente è in ferie».
Ma, oltre a quel periodo iniziale, si punterà a prolungare i benefici dei prezzi scontati. «L’ottimismo non manca a noi commercianti – afferma la referente di Federmoda Pordenone – ma ci scontriamo con una situazione molto difficile: bisognerebbe regolamentare le vendite online e far sì che gli outlet siano veramente outlet, ovvero vendano soltanto capi da magazzino o fine stagione. A questo si aggiunge anche il periodo di pre saldi, che comincia sempre prima: un meccanismo che non porta beneficio né a chi i pre saldi li applica e nemmeno a tutto il resto del comparto».
1. Conservare sempre lo scontrino
non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se il cambio non è possibile, ad esempio perché il prodotto è finito, avete diritto alla restituzione dei soldi (non ad un buono). Si hanno due mesi di tempo, non 7 o 8 giorni, per denunciare il difetto.
2. Le vendite devono essere realmente di fine stagione
La merce posta in vendita sotto la voce Saldo deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. Stare alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei più svariati articoli. È improbabile, per non dire impossibile, che a fine stagione il negozio sia provvisto, per ogni tipo di prodotto, di tutte le taglie e colori.
3. Girare
Nei giorni che precedono i saldi andare nei negozi a cercare quello che interessa, segnandone il prezzo; si può così verificare l’effettività dello sconto praticato ed andare a colpo sicuro, evitando inutili code. Non fermarsi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontare i prezzi con quelli esposti in altri esercizi.
4. Consigli per gli acquisti
Cercare di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio: così si è meno influenzabili dal negoziante e si corre meno il rischio di tornare a casa colmi di cose, magari anche a buon prezzo, ma delle quali non si aveva alcun bisogno
5. Diffidare degli sconti superiori al 50%
Spesso nascondono merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi. Un commerciante, salvo nell’Alta moda, non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto.
6. Servirsi preferibilmente nei negozi di fiducia
7. Negozi e vetrine
Non acquistare nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile
8. Prova dei capi
Non c’è l’obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati.
9. Pagamenti
Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi.
10. Allerta fregature
Se pensate di avere preso una fregatura, rivolgetevi al Codacons oppure chiamate i vigili urbani
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