Salvò una famiglia dal rogo: premiato l’eroe di Manzano

MANZANO. Giuseppe Di Modugno, il militare che ha salvato dalle fiamme una famiglia di cinesi nell’incendio divampato una settimana fa a Manzano, verrà premiato con la benemerenza al valore civile. È stato ieri il prefetto Vittorio Zappalorto a proporre il riconoscimento al ministero dell’interno per il caporal maggiore scelto dell’esercito in servizio al reggimento logistico “Pozzuolo del Friuli” di stanza alla caserma Lesa di Remanzacco.
Il rogo era scoppiato sabato nel cortile del capannone dell’azienda Triangolo export. Le fiamme erano scaturite dall’ammasso di sedie, mobili, legna, residuo di vernici e plastica accatastate in un deposito di 20 metri per 25. Fu l’intervento del militare, giunto sul posto dopo aver notato la colonna di fumo dalla strada regionale 56 a impedire che sul luogo ci fossero delle vittime. In particolare il caporal maggiore riuscì a mettere al sicuro una donna e cinque bambini, a portare all’esterno dell’edificio due bombole e a chiudere il contatore della luce. Il tutto in pochi minuti. Provvidenziale fu il gesto dei dipendenti della ditta Pitocco che circoscrissero l’incendio e quindi dei vigili del fuoco provenienti da Udine, Cividale e Gorizia e della protezione civile che evitarono il peggio.
L’atto di eroismo, riportato sulle colonne del nostro giornale, non è sfuggito al prefetto Zappalorto che ha convocato il militare di 36 anni, accompagnato ieri nella sede della prefettura dal comandante del reggimento logistico “Pozzuolo del Friuli”, Alessandro Tassi, il quale ha annunciato a sua volta di «aver inviato una segnalazione allo Stato maggiore dell’Esercito perché venga conferito un riconoscimento a Di Modugno». «È un gesto eroico – ha sottolineato il prefetto – sinonimo di solidarietà e spirito di servizio. Questo ragazzo deve essere un motivo di orgoglio per le giovani generazioni». «La benemerenza con cui la prefettura vuole premiare Di Modugno – ha aggiunto il comandante Tassi – testimonia il valore dei nostri soldati anche quando non sono in servizio». Emozionato, ma felice il caporal maggiore. «Non cercavo la gloria – ha dichiarato –. Ho agito d’istinto. Avevo portato all’esterno due bombole. Poi ho appreso dal giornale che ce n’erano tre. Potevo saltare in aria, tant’è che mi moglie – ha sorriso – quando sono tornato a casa mi ha anche tirato le orecchie per il rischio che ho corso. Ma era mio dovere intervenire».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto