San Giorgio, campanile a rischio e niente soldi: sos agli istituti bancari

Pordenone, non decolla la raccolta fondi per i lavori urgenti anti-crolli. Il parroco: finora donati soltanto 5 mila euro, ne servono 30 mila

PORDENONE. «Auspicavamo una risposta più generosa da parte dei pordenonesi. Invece, siamo arrivati a raggranellare fino ad ora poco più di 5 mila euro, che non basteranno a far partire i lavori. A questo punto non ci resta che sperare nell’aiuto delle fondazioni e degli istituti di credito».

Non nasconde la propria amarezza il parroco di San Giorgio, don Roberto Laurita, che tre mesi fa aveva lanciato pubblicamente l’appello a tutti i pordenonesi per invitarli a contribuire alla raccolta fondi per finanziare i sempre più urgenti lavori di ristrutturazione del campanile (sormontato dalla statua in rame e ferro di San Giorgio), prima che sia troppo tardi. Sì, perché la struttura, inaugurata nel 1914 e che costituisce uno dei più riconoscibili simboli della città, rischia di cadere a pezzi.

Urgono lavori di ristrutturazione da almeno 30 mila euro, per salvare questo autentico gioiello dell’architettura pordenonese, originale “colonna” di pietra bianca in stile tuscanico-dorico che costituisce un vero e proprio “unicum” stilistico in Italia.

Il parroco, a fine marzo, aveva fatto distribuire un opuscolo con una lettera-appello per reperire i fondi, un riepilogo di tutti i lavori necessari e un excursus sulla storia del campanile.

Per oltre mezzo secolo non sono stati effettuati seri lavori di manutenzione e il risultato è che il campanile, le scale interne, la cella campanaria e il sistema di funzionamento delle campane sono in condizioni precarie, e i danni e i segni del degrado sempre più evidenti.

«Un intervento che non può essere ulteriormente dilazionato – aveva sottolineato già tre mesi fa don Laurita – se non si vuole che come accadde già nel 1957 si debba fermare tutto. Nel novembre di 58 anni fa la statua di San Giorgio minacciava di cadere a pezzi. Era stato quindi sospeso il suono delle campane e tre mesi dopo la statua era stata rimossa. Nel 1961 era stata costruita la nuova statua».

Nelle settimane scorse l’ingegnere pordenonese Sergio Dell’Anna, che si occupa del progetto di ristrutturazione, ha confermato il rischio di crolli pur invitando ad evitare l’allarmismo visto che la parte più lesionata è quella che non si affaccia sul marciapiede.

«È possibile che parti lapide possano staccarsi e cadere al suolo, per questo l’intervento è urgente. Il pericolo che possa staccarsi del materiale c’è. Al momento le condizioni di degrado dell’interno sono tali da non consentire l’accesso per la manutenzione ordinaria». Insomma, non c’è tempo da perdere.

«Abbiamo ricevuto alcune buste anonime con somme in contanti e qualcuno ha portato il proprio contributo anche in parrocchia ma siamo ben lontani dai 30mila euro – ha spiegato ieri don Roberto –. Abbiamo chiesto un sostegno alle fondazioni del territorio e agli istituti di credito sperando che possano darci un aiuto a reperire le risorse finanziarie. Nel frattempo rinnoviamo l’appello ai pordenonesi, a tutti coloro che sono affettivamente legati al nostro campanile e al San Giorgio, invitandoli, se possibile, a dare un contributo».

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