San Giovanni al Natisone, i volontari puliscono le strade e ritrovano un paraurti
Alcune cittadine si sono rimboccate le maniche per raccogliere diversi sacchi di rifiuti. Degrado in molte zone, l’appello: «Serve un cambiamento culturale, perché l’inciviltà è a tutti i livelli»
Una poltrona abbandonata in un fosso, un paraurti di auto dimenticato sul ciglio della strada, sacchi di rifiuti disseminati tra sterpaglie e bottiglie vuote accatastate qua e là. È questo il panorama che Gloria Mocchiutti, residente a Villanova dello Judrio e membro del gruppo “Ripuliamoci”, si è trovata davanti nei giorni scorsi nella frazione di Cascina Rinaldi.
Da tempo impegnata nel ripulire il proprio territorio, nei giorni scorsi si è diretta nell’area che porta a Cormons dopo aver visto sui social una segnalazione di rifiuti abbandonati. «Passo spesso di lì correndo e avevo già notato alcuni rifiuti» , racconta la volontaria. Munita di guanti, pinze e tanta buona volontà, nel corso di due ore nel pomeriggio è riuscita a raccogliere almeno sei o sette sacchi di immondizia, tra cui lenzuola, scarpe, lattine e mozziconi di sigaretta. Quella stessa mattina, altre volontarie (Erica Candolfo e Paola Perini) si sono rimboccate le maniche nell’area della Brava.
Non si tratta però di un caso isolato: Mocchiutti, in campo già da diversi anni, organizza in autonomia o insieme ad altri componenti del gruppo “Ripuliamoci” raccolte periodiche per tenere pulito il territorio. «La situazione è drammatica – spiega – Ci sono zone di collegamento tra abitati, come verso Dolegnano, Corno o Cormons, dove l’immondizia si sedimenta nel tempo, rendendo difficile la raccolta». Le pinze non bastano, e alcune lattine o rifiuti incastrati nel terreno rimangono lì, a testimoniare una cultura dell’incuria che sembra radicata.
Nella zona industriale di Medeuzza, ad esempio, i rifiuti lasciati dai camionisti sono una costante. «Troviamo di tutto: abiti, scarpe, bottiglie, mozziconi, persino confezioni di cibo intatto». La questione, sottolinea, non riguarda solo il decoro urbano ma anche la gestione stessa del territorio. «Non oso immaginare cosa si trovi nei greti dei fiumi, dove non sono mai stata» confessa. E aggiunge che, pur comprendendo le difficoltà amministrative, la mancanza di una figura dedicata alla pulizia comunale aggrava la situazione.
Come ogni sua iniziativa analoga, la volontaria ha segnalato i rifiuti raccolti nella zona, in attesa che vengano recuperati dal personale competente e portati in discarica. «So che è un costo per il Comune – ammette – ma la pulizia che facciamo noi è solo superficiale. Serve un cambiamento culturale, perché l’inciviltà è a tutti i livelli». A Capodanno, insieme ad altre volontarie, aveva già ripulito parte del piazzale della Brava. E se qualcuno la contatta per unirsi alle raccolte, lei accoglie sempre volentieri nuovi “alleati”: «Si fa quel che si può, compatibilmente con gli impegni e il meteo» conclude.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto