A San Vito spianata l’area dell’ex caserma: i materiali inerti macinati e riutilizzati

Abbattuto anche l’unico edificio della Dall’Armi che si ipotizzava di poter mantenere. Il sindaco: «Progetto seguito da dieci tecnici. Molti hanno preso la residenza in città»

Silvia Giacomini
L’area che ospitava la caserma Dall’Armi come si presenta oggi
L’area che ospitava la caserma Dall’Armi come si presenta oggi

L’ex caserma demolita, al suo posto sorgerà il nuovo carcere a San Vito al Tagliamento. Dopo la completa bonifica del verde, durante la prima linea tecnica guidata dal direttore Jacopo Galli, sono emerse novità: anche l’unico edificio che si pensava di mantenere e riqualificare sarà demolito.

Gli inerti saranno sottoposti a macinazione e riutilizzati per l’edilizia accessoria, seguendo un approccio di economia circolare.

A fine marzo o al massimo a inizio aprile prenderanno il via i lavori del nuovo padiglione detentivo, destinato a ospitare 300 detenuti. La struttura sarà completata da altre aree funzionali: caserme per gli agenti, uffici per i colloqui, e una block house, fondamentale per il controllo di ingressi e uscite dall’area detentiva.

Inoltre, il padiglione e gli uffici per i colloqui saranno collegati da un corridoio, garantendo maggiore efficienza operativa. Il cronoprogramma prevede il completamento dei lavori entro il 2026, mentre nel 2027 si procederà con l’arredamento degli spazi e il trasferimento dei detenuti.

«Il contatto con il direttore Galli è quasi quotidiano», riferisce il sindaco, sottolineando la collaborazione e il grande entusiasmo che anima il giovane team di professionisti impegnati nel progetto. Una decina di tecnici si sono trasferiti nel territorio, prendendo in gran parte la residenza a San Vito e nei comuni limitrofi. «Hanno capito l’importanza di questa sfida professionale per il territorio – continua il sindaco – e lavorano instancabilmente dalla mattina alla sera con passione e dedizione».

Questo imponente progetto non soltanto cambierà il volto della zona, ma rappresenta un’opportunità per il territorio, grazie all’indotto e alla visibilità che porterà nei prossimi anni.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto