Sanremo, terza serata. Ode a Drusilla e Cesare, finalmente la vitalità dell’arte spegne i piagnistei

Il riassunto della terza serata in versione express: quando pensavamo di esserci arresi alla palaeozoica tv del dolore, ecco la svolta. Sono bastati due artisti veri e un’overdose di musica per toglierci il Maalox di torno. Lei ipnotica, lui con 50 Special ha negativizzato molti positivi. Spiegalo tu a Burioni

Gian Paolo Polesini

SANREMO. Speravo con tutto il cuore, fegato e cistifellea comprese, che la paleozoica tv del dolore (con tutte le sfumature possibili: dalle lacrime agli scandali) si fosse smembrata, come pare il Covid di questi giorni. Invece no.

La seconda puntata di Sanremo, declinata più sulle disgrazie che sui balli, ha pagato bene con un’Auditel da paura.

Mi sono rassegnato come un marito tradito dalla moglie ricca. In decenni di divano televisivo ci hanno fatto credere che la realtà distorta è meglio della vita vera e ora ci crediamo davvero. Fine del pippone.

Sono bastati due artisti veri e un’overdose di musica per toglierci il Maalox di torno.

Di questo abbiamo bisogno, concittadine e concittadini. Ci servono l’arte e la fantasia per farci uscire a riveder le stelle, dopo mesi di giri sulla ruota del criceto, non certo i piagnistei.

Drusilla Foer, eccola lì. Non serve sapere chi ci sta dentro, la vitalità e il portamento la rendono ipnotica. Due minuti in scena e il palco si è sottomesso. Loro, i palcoscenici, capiscono chi li calpesta. Di teatranti veri abbiamo bisogno, non di cabarettisti pugliesi. Ci ricorda l’immenso Paolo Poli, la Foer. Cinque serate per lei. Avrebbero salvaguardato il mito della Muti e la carriera della Cesarini.

E Cesare Cremonini. Coi Luna Pop spaccava gli stadi in due. Ben più melodico dei formidabili Måneskin, ma dispensatore della stessa energia emotiva. Un live da pop star qual è.

E con “50 special" molti positivi si sono negativizzati. Spiegalo tu a Burioni.

Ieri abbiamo fatto una promessa: le canzoni. Tante, 25 in un colpo solo, da stendere un toro.

Non cambio sensazioni in corsa. La musica o ti si appiccica addosso o non serve ad aiutare l’umore. La vitalità deve essere il mood imperante di questo Sanremo 72 nel bel mezzo di quarantene, ansie, tamponi, isolamenti.

Emma è vitalità, Dargen D’Amico è vitalità, Gianni Morandi (a 77 anni) è vitalità, Ditonellapiaga e Rettore è vitalità, La rappresentante di Lista è vitalità, Aka7 è vitalità, Iva Zanicchi (a 82 anni) è vitalità.

Elisa è stile. Non nel vestire (forse un sarto bravo dovrebbe trovarlo una buona volta). Elisa è voce, Elisa è armonia. Sarebbe da primo posto se non fosse per questo gioco necessario della vitalità che ci siamo inventati oggi. Poi andrà come il pubblico sovrano vorrà. Avete votato??

E poi arrivò Roberto Saviano. Trent’anni fa le stragi di Capaci e di via D’Amelio. È necessario ricordare, è doveroso sperare in un mondo nuovo senza fare i conti quotidiani coi poteri forti della malavita troppo ben organizzata. Se ne parla più nelle serie Tv che sui media, ma non per questo esiste solo la mafia finta delle fiction.

Speravamo fosse un’ospitata pura, quella di Saviano, vista la solennità dell’orazione. Illusioni momentanee. Lo scrittore di Gomorra presenterà “Insider” in febbraio su Raitre. Il Sanremo marchettaro non si smentisce mai.

Qui tutti gli articoli della rubrica “Exit Polle”, le divagazioni semiserie da Sanremo e dal mondo dello spettacolo

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