Sant’Odorico dice grazie al suo “prete del calcio”

Sacile, intitolazione del campo sportivo parrocchiale a don Sergio Castellarin. L’associazione festeggia il trentennale. Presto si doterà di un defibrillatore

SACILE. «Il campo dei verdarancio è per il nostro don». Va ai supplementari l’affetto dell’Asd Sant’Odorico per il “prete del calcio” di Sacile: il tappeto verde della parrocchia è stato dedicato, ieri, a don Sergio Castellarin. Giro di boa sui primi 30 anni dell’associazione sportiva che fa tirare in porta migliaia di ragazzi liventini, commozione a cascata e cerimonia a bordo campo.

Sotto il campanile, rancio comunitario con il sindaco Roberto Ceraolo, Isidoro Gottardo, Claudio Salvador, Alessandro Ciriani, i vertici di Coni e Figc provinciali, con consiglieri comunali, sportivi dai 5 agli 80 anni e tanti amici. Tutti ospiti del presidente Ennio Zanchetta: in 400 a tavola e tanti ragazzini sull’erba.

Un amarcord a tappe, con la “mission” dichiarata di fare squadra. A Sant’Odorico, quella che il vicesindaco Claudio Salvador chiama «la quarta sorella del calcio sacilese», è un collettore sociale a numeri alti. «Abbiamo 150 iscritti ogni anno – è il rendiconto dai pulcini in su –. Arrivano da tutta la città e da altri paesi: il cappellano di San Vendemiano che ha celebrato la messa, don Marco Ivan, ha giocato sei anni a Sant’Odorico».

A Sacile sono circa 3 mila i ragazzi che fanno sport e 700 tirano in porta. «L’avventura calcistica – scriveva 10 anni fa don Sergio Castellarin per la sua comunità – ha puntato subito sui ragazzi. Sono il futuro e queste iniziative servono per aggregarli, in un clima positivo».

Allora come ora, lo sport sano fa comunità. «Messa, passeggiata, pranzo sociale, mostra dedicata ai 30 anni, cerimonia, lotteria e raccolta fondi per mettere nella cassetta del pronto soccorso un defibrillatore – ha valutato il primo cittadino Ceraolo con il presidente Zanchetta –. Una bella giornata, per celebrare le buone pratiche che mettono al centro i ragazzi: a Sacile vince lo sport».

Nel campo parrocchiale, l’associazione dilettantistica fa miracoli. «Abbiamo in programma di adeguare la società in anticipo alle disposizioni del decreto Balduzzi dotandoci del defibrillatore – spiega Zanchetta – per tutelare la salute dei giovani calciatori e della comunità: servono circa 2 mila euro. Grazie a tutti quelli che hanno fondato il sodalizio, ai collaboratori».

Sport, tornei e amarcord sugli anni “del don”. L’allora parroco ha avuto, infatti, un ruolo fondamentale nell’avviare la tradizione sportiva. Il quartiere giovane fa un altro miracolo: quello dell’integrazione multiculturale a colpi di tacco in campo.

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