Sarà dato dal Libano il via alla 42ª Pordenone pedala

Demetrio Moras: «Alla base di tutto c’è sempre la passione per la bicicletta» Sfuma il collegamento con Matteo Renzi, che ha però inviato i suoi auguri

Sono 42 anni che Demetrio Moras organizza la Pordenone pedala: 42 anni nei quali una corsa in bicicletta si trasforma in una giornata di allegria per le famiglie, l’omaggio divertente di una comunità alla propria città che sprigiona la voglia di stare insieme. In tutti questi anni la città è cambiata (lo sa bene Demetrio, che gestisce il negozio in piazza Risorgimento da mezzo secolo), ma la Pordenone pedala è rimasta sempre la stessa: una giornata nella quale, finalmente, le biciclette sono padrone della strada. E in cui la sicurezza per i ciclisti, dai bambini agli anziani, è garantita anche grazie al lavoro di tanti volontari.

Ci racconti come sarà l’edizione 2014, che si correrà domenica, della Pordenone pedala.

«Si torna nella laguna veneta. Infatti, l’edizione di quest’anno si chiama “Da Porto a Porto, da Portus Naonis a Portobuffolè”. E’ da tanti anni che quella località ci rinnova l’invito, ma noi organizziamo la corsa sempre tra il 7 e il 9 settembre, giornate astronomicamente favorevoli anche per il meteo, e spesso la giornata ha coinciso con il loro mercato dell’antiquariato. Quest’anno, invece, è stato possibile».

Come sarà il tragitto?

«Il percorso sarà di 44 chilometri, 21 all’andata e 23 al ritorno. Non saranno toccate le strade più trafficate. Per la sicurezza, abbiamo la collaborazione della polizia municipale di tutt’e cinque i Comuni attraversati dalla corsa, oltre ai volontari quali il nucleo regionale dell’associazione nazionale carabinieri, la Protezione civile, la Croce rossa e i vigili del fuoco. La sicurezza sarà garantita da circa 500 persone. Alla partenza ci sarà uno show aereo, poi, al parco Galvani, saranno servite quasi seimila pastasciutte. Si continuerà con l’esibizione di Arte danza e la proclamazione delle miss Pordenone pedala, Tulipano e Skating club e di mister Pordenone pedala».

Sono previsti vip?

«Anche se non tutti presenti, ci sono nomi importanti che sostengono la corsa. Purtroppo il collegamento con Matteo Renzi è sfumato: mi ha chiamato la sua segretaria e me l’ha comunicato. Comunque il presidente del consiglio ci formula i suoi auguri. Il vescovo Giuseppe Pellegrini leggerà il messaggio del Papa, alle 8.20. Il via sarà dato dal Libano, dal generale Fabio Polli, comandante della brigata Ariete, e sarà preceduto dalla fanfara nazionale dei bersaglieri. L’esercito ci darà una grande mano anche nella distribuzione della pasta, offerta da Tomadini. E poi, tra coloro che ci salutano ci sono il presidente del Veneto Luca Zaia, il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello. Il presidente della Provincia Alessandro Ciriani correrà con il 33, mentre quello della provincia di Treviso Leonardo Murano darà il via da Portobuffolè. E, ancora, abbiamo avuto la massima collaborazione dal sindaco di Pordenone Pedrotti e da quello di Portobuffolè Susana. E poi ci saranno tanti sindaci, assessori e anche don Ugo Gaspardo, parroco di Castions, che si è iscritto alla corsa».

Qualche particolarità?

«Come sempre, saranno premiati i gruppi più numerosi. Quest’anno sono il gruppo Tulipano con 900 iscritti, il gruppo donatori e l’Anmil con 500 e quello della base di Aviano, con 200, che collabora con noi e il cui comandante parteciperà con il numero 31, come il 31º Fighter Wing. Ci saranno partecipanti da New Orleans, Parigi, Oslo, da Inghilterra, Austria, Croazia, Slovenia, Argentina e oltre 500 dal Veneto».

Dopo tanti anni, com’è cambiata la Pordenone pedala?

«La verità? Non è cambiata per niente. Sin dalla prima edizione quello che anima la corsa è la passione per la bicicletta. Quella della Pordenone pedala è una giornata in cui i ciclisti sono “padroni” della strada, almeno per una volta. Durante il resto dell’anno non sono tutelati e sulla strada rischiano. Le piste ciclabili, in città, vanno bene, ma servirebbero di più per uscire dalle città, dove esiste il vero pericolo per il ciclista che, con le auto a grande velocità e i camion, rischia la vita».

E il prossimo anno?

«Il comitato deciderà alla fine della corsa di domenica, ma abbiamo richieste per almeno i prossimi dieci anni».

Laura Venerus

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