Sbranato un capriolo: forse c’è un orso nelle Valli del Natisone

Pulfero: solo un predatore di tali proporzioni, a parere degli scopritori che si sono imbattuti nella carcassa dilaniata  mentre erano impegnati nel rilevamento di antiche piste forestali, può aver ridotto in tali condizioni la malcapitata bestiola

PULFERO. I resti martoriati di un capriolo, individuati nei prati di Pulfero, a fondovalle, da due esponenti dell’associazione Cividale Novecento, aprono l’ipotesi della presenza di un orso nelle Valli del Natisone.

Solo un predatore di tali proporzioni, a parere degli scopritori - che si sono imbattuti nella carcassa dilaniata mercoledì, mentre erano impegnati nel rilevamento di antiche piste forestali - può aver ridotto in tali condizioni la malcapitata bestiola.

Ad attirare l’attenzione degli escursionisti è stato un accumulo di pelo. «Ci siamo dati un’occhiata intorno, cominciando a cercare – raccontano –, e a breve distanza abbiamo trovato prima una zampa, poi una parte di scheletro.

Era evidente che l’animale era stato sbranato. Dalle corna abbiamo dedotto che si trattava di un capriolo maschio dell’età di circa due anni. A giudicare dalla colorazione dei brandelli di carne rimasti attaccati alle ossa non doveva essere stato ucciso più di un giorno prima: verosimilmente, quindi, l’aggressione è avvenuta fra martedì e mercoledì».

I due hanno fotografato il macabro ritrovamento e hanno subito informato del fatto la stazione cividalese del Corpo Forestale.

«Ci è stato detto – rendono noto – che verranno eseguite delle perlustrazioni nella zona, per riscontrare l’eventuale presenza di orme. Noi abbiamo provato a controllare ma non ne abbiamo notata nessuna: quel che restava del capriolo, del resto, era disseminato in zona erbosa, dove difficilmente avrebbero potuto restare tracce evidenti del passaggio del grosso predatore».

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