Scandalo vaccini in Friuli, il ministro Lorenzin: "Un caso folle"
CODROIPO. Non ha esitato a definirlo «un caso folle». Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha bollato così lo scandalo vaccini al centro del quale c’è l’assistente sanitaria Emanuela Petrillo, ora indagata dalla Procura della Repubblica di Treviso, che ha lavorato nel distretto sanitario di Codroipo dal 2009 al 2015.
«Stiamo rivaccinando migliaia di bambini perché c’è il rischio che ci sia un’intera comunità che è esente da tutte le vaccinazioni - ha proseguito -. Immaginate cosa significhi questo per quanto riguarda la meningite, la difterite, la pertosse, il morbillo: la vaccinazione è la prima arma che abbiamo per difenderci e, soprattutto, per tutelare i nostri figli».
L’ha dichiarato durante una conferenza stampa a Riccione in cui ha riferito di essere favorevole alla scelta della Regione Emilia-Romagna di varare una legge con cui viene imposta la vaccinazione per i bambini che vogliono accedere agli asili nido
. Scelta che potrebbe essere estesa anche a livello nazionale. Un'ipotesi, questa, che Lorenzin si è limitata a commentare così: «Ci deve essere una adesione della maggior parte delle Regioni. Sto vedendo una sensibilità che sta aumentando visto che altre Regioni hanno varato norme similari: credo sia un aspetto di grandissima civiltà e di tutela della salute dei cittadini».
Il ministro ha commentato anche la presa di posizione del New York Times che ha accusato Beppe Grillo di fare campagna anti vaccini.
Tema sul quale «non c’è da avere una giacca politica: non si fa propaganda politica sulla salute delle persone. La scienza lasciamola stare, si basa su dati oggettivi che, per fortuna, non sono condizionati da nessuno orientamento politico».
«Il New York Times - ha osservato - non è che si occupa di Beppe Grillo e del suo blog, se ne occupa perché cita dati dell’Organizzazione mondiale della sanità e si preoccupa che una forza che ha un numero così alto di consensi possa sostenere tesi no-vax come hanno fatto in Parlamento pubblicamente più volte».
Intanto al distretto sanitario di Codroipo è continuata la campagna di rivaccinazione che interesserà 150 bambini al giorno. Sullo scandalo dei vaccini, scoppiato all’Usl di Treviso per poi travolgere il distretto sanitario di Codroipo, si sono accese le telecamere delle tv nazionali.
In città sono infatti arrivati giornalisti di Canale 5 e di La 7. Al mattino da piazza Garibaldi c’è stata la diretta con Mattino Cinque, trasmissione condotta da Federica Panicucci, in cui è intervenuto il sindaco Fabio Marchetti e due genitori che hanno espresso tutta la loro preoccupazione e la loro rabbia, tra cui l’assessore Giancarlo Bianchini.
All’opera anche i giornalisti di Pomeriggio Cinque e di Tagadà. Il capoluogo del Medio Friuli, insomma, si è trovato al centro di un grande clamore mediatico.
Interviste, dirette, servizi, approfondimenti televisivi anche sull’associazione “Famiglia di Nazareth” fondata dai genitori di Emanuela Petrillo, realtà accusata in passata di fanatismo cattolico. Si indaga, si sente il parere degli esperti negli studi della tv italiana. Intanto la rabbia dei genitori non si placa. Non diminuisce con il passare dei giorni. Anzi, aumenta. Come aumenta il desiderio di «avere giustizia».
Sara di Codroipo esce dall’ambulatorio tenendo per mano il suo bambino. «Sa, è dura scoprire che a sette anni tuo figlio non ha neanche un anticorpo e che è stato esposto per tutto questo tempo alle peggiori malattie - riferisce -. Mi hanno detto che è stato fortunato perché ha vissuto in un ambiente sano e protetto».
Trattiene a stento le lacrime, quelle che ha versato quando ha saputo che il suo bambino non aveva alcuna copertura vaccinale. «Ho fatto con l’assistente sanitaria Petrillo tutte le vaccinazioni - riferisce - anche il richiamo dei sei anni.
E avevo cominciato a portare da lei anche la mia seconda figlia. Era gentile, era brava come hanno detto tutte le mamme. Io adesso non mi fido più, perché la mia fiducia è stata completamente tradita».
Le mamme si confrontano mentre i bambini colorano con pennarelli dei fogli di carta in attesa del loro turno. «Adesso ci stiamo confrontando e informando per sapere come agire anche a livello legale» dicono.
Sullo scandalo ritorna anche il primo cittadino Fabio Marchetti. «Ringrazio tutta la task force e la parte tecnica per il lavoro che sta facendo - riferisce - ma continuo a rimarcare l’assenza della parte politica. E poi continuo a chiedermi: come mai in Veneto se ne sono accorti dopo pochi mesi e qui dopo anni non ci siamo accorti di niente?
Evidentemente il sistema non funziona. Mi chiedo anche come mai non sia stata ancora spedita una lettera ufficiale ai cittadini per spiegare loro la situazione».
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