Scavone muto davanti al gip Un’impiegata evitò la frode

Si è rifiutata di modificare la contabilità dell’Alma di Codroipo, la società di lavoro interinale finita al centro dell’inchiesta giudiziaria della Procura di Napoli culminata martedì nell’arresto del suo presidente, il 49enne Luigi Scavone, accusato di una maxi-evasione fiscale da 70 milioni di euro. Lei, una semplice impiegata, ha contravvenuto agli ordini superiori di «sostituire le fatture del “Consorzio Logitaly” con quelle di altri fornitori, ed evitato così di trasformare l’azienda friulana in uno strumento per frofare il fisco.

È quanto emerge dall’ordinanza del gip e, in particolare, dall’intercettazione di una telefonata avvenuta alle 20.09 del 13 aprile 2017 tra Scavone e il suo socio in affari Francesco Barbarino, a sua volta in carcere. Il presidente comunica all’altro di essere stato informato dal direttore amministrazione, finanza e controllo dell’Alma, Stefano Paloni, del “fallimento” del piano. «Mi ha chiamato Paloni, tutto incazzato – gli riferisce –, che Giada (nome di fantasia, ndr) se n’è proprio andata, non ha fatto niente». La reazione non è da meno. «Hai visto, ma io te l’ho detto che quelle sono di m. Non ti preoccupare, tanto verrà Baffone! Questa è la scusa buona, prendiamo tutta la contabilità e ce la portiamo giù». E Scavone gli risponde «Ma subito, però». A riprova – in tesi accusatoria – dell’attività delittuosa in corso.

Ieri, intanto, Scavone, che è anche presidente della Pallacanestro Trieste e che con l’Alma sponsorizza i Madracs Udine, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip di Napoli Valentina Gallo. Deve difendersi dall’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’illecita compensazione. «Il dottore Scavone – ha spiegato l’avvocato Maurizio Noviello, che lo assiste – ha preferito riservarsi di chiarire la sua posizione tra qualche giorno, quando sarà presentata tutta l’attività di esecuzione da parte della Procura. È nostra intenzione rendere un interrogatorio direttamente ai pm». Ha invece deciso di parlare l’ingegnere Francesco Marconi, amministratore all’Alma e pure in cella. «Teneva sotto controllo il settore del reclutamento, della conservazione e della gestione dei clienti e non degli aspetti fiscali e tributari», ha riferito l’avvocato Arturo Frojo. Nella vicenda, il procuratore di Alma, nonché amministratore delegato di Alma pallacanestro, Gianluca Mauro, in qualità di terzo non indagato ha esercitato il legittimo diritto di nominare come difensore l’avvocato udinese Maurizio Miculan.—



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto