Scelgono un rifugio alpino per il loro matrimonio

Manuela Centazzo e Alessandro Centazzo sono grandi appassionati di montagna. La sposa: «E’ stato un omaggio a mio padre». Tutti indossavano felpe e scarponi

MANIAGO. Hanno deciso di pronunciare il fatidico sì al rifugio Maniago, che per la prima volta in 51 anni dalla costruzione ha ospitato un matrimonio. Niente abito bianco né fronzoli: sposi e invitati indossavano tute e scarponi.

Un matrimonio originale, quello della 41enne Manuela Centazzo e del 42enne Alessandro Centazzo, entrambi di Maniago, che è stato celebrato lo scorso 16 agosto. La scelta delle struttura della Val Zemola, ubicata nel comune di Erto e Casso, a quota 1.730 metri, non è stata casuale: la coppia è molto appassionata di montagna.

Manuela, in particolare, ha un legame speciale con questo rifugio: i suoi genitori, Maria Cellini e Franco Centazzo “Patin”, negli anni Sessanta hanno contribuito alla realizzazione dell’edificio, assieme ai tanti volontari e amanti dei monti, che in quell’opera hanno messo anima e corpo.

Un luogo scelto «col cuore, perché in famiglia sono tutti appassionati di montagna, ma soprattutto un omaggio a mio padre Franco, che da nove anni non c’è più. Avere deciso di celebrare il matrimonio in questo rifugio, che anche lui amava – ha detto Manuela –, è stato un modo per sentirlo ancora più vicino a me in questa importante occasione».

Legato alla struttura è pure lo sposo: il rifugio è di proprietà del Cai di Maniago, sodalizio di cui Alessandro – che è alpinista, scalatore e pure tecnico del Soccorso alpino – è socio. Non c’era location più azzeccata, insomma, per celebrare l’unione dei due. A officiare le nozze i sindaci di Maniago e di Erto e Casso, rispettivamente Andrea Carli e Luciano Pezzin.

La scelta degli sposi ha ricevuto parole di apprezzamento anche da parte degli amministratori. «Il sindaco Carli ha accolto con grande entusiasmo la nostra richiesta – ha raccontato la coppia – sottolineando pure che è importante la scelta del luogo dove due persone decidono di scambiarsi una promessa».

La celebrazione si è tenuta all’aperto, sul prato accanto al rifugio: al posto dell’altare, un tavolo in legno coperto da una tovaglia in stile austriaco. Accanto agli sposi, i testimoni Fulvia Farfalli e Gabriele Cimarosti, e attorno a loro una cinquantina di invitati.

Infine, il pranzo all’interno dell’accogliente struttura, preparato con cura dal gestore Toni Corona e dalla compagna Celestina Picozzi, con l’aiuto della figlia Andrea e altri collaboratori grandi e piccini.

«E’ stata una doppia emozione: la giornata era speciale e pure il luogo – hanno detto Manuela e Alessandro –. Parenti e amici, anche a distanza di giorni, continuano a chiamarci per complimentarsi per la scelta che abbiamo fatto e per la bella giornata trascorsa assieme».

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