Schiaffo al Pd nel mini-test friulano
UDINE. Se in Veneto il Pd piange, in Friuli certo non ride. Anzi, rimedia uno schiaffo che fa male. Perchè le vittorie di Balloch a Cividale e Michelin a Varmo – seppur prevedibili anche per la forza dei candidati, entrambi sindaci uscenti – hanno raggiunto proporzioni pesanti. I due alfieri del centrodestra hanno infatti quasi doppiato i loro rivali, sostenuti ufficialmente dal Pd e “benedetti” in campagna elettorale da Debora Serracchiani.
Nella città longobarda Stefano Balloch – che poteva contare su una robusta coalizione formata da Lega Nord, Forza Italia (anzi, Forza Cividale), Udc e la civica “Lista Balloch” – ha raccolto il 64% dei voti, contro il 34% dell’antagonista Massimo Martina. Quest’ultimo, senza importanti precedenti esperienze in politica, non ha trovato grandi benefici dal fatto di aver finalmente riunito le anime del centrosinistra cividalese. A sostenerlo c’erano il Pd, i “Cittadini”, “Rinascita” e “Alternativa Libera”.
E su questa “Santa Alleanza” ritrovata aveva puntato anche Serracchiani: presentando Martina e i candidati del centrosinistra aveva infatti evidenziato come rispetto al passato questa compattezza poteva essere un fattore vincente per strappare Cividale ai tradizionali “padroni” del centrodestra. E se forse la stessa Serracchiani non poteva credere fino in fondo alla vittoria della sua coalizione, non si sarebbe certo aspettata di vedere Balloch e suoi volare così in alto.
«Certo, prima delle elezioni c’è sempre la speranza di raccogliere un buon risultato – commenta il segretario provinciale del Pd, Massimiliano Pozzo – , però bisogna anche riconoscere che sia Balloch, sia Michelin erano favoriti. Da sindaci uscenti potevano godere di un buon vantaggio. Proprio per questo ritengo che Massimo Martina a Cividale e Federico Pittoni a Varmo abbiano comunque fatto bene. Anzi siamo contenti dei progetti avviati.
Martina ora deve tenere unita la coalizione e lavorare per la prossima tornata elettorale. Il giovane Pittoni a Varmo deve fare lo stesso: ha dimostrato capacità e coraggio, ora deve puntare al futuro. Infine, uno sguardo a Premariacco, dove siamo contenti del risultato di Silvia Riosa. Anche questo è un investimento per il futuro». A Premariacco ha vinto Roberto Trentin (Vivere Premariacco) con il 37,8%).
A Varmo, come diceva Pozzo, Pittoni ha corso con coraggio, sostenuto da una coalizione formata da Pd e due civiche (Varmo Comunità e Primavera Varmese). Alla fine ha dovuto fare i conti con la forza dell’uscente Michelin che ha attirato (con l’appoggio di due civiche) il 62% dei consensi contro il 37% del candidato del centrosinistra. Forse conscio del proprio vantaggio, Michelin ha sempre evitato in questa campagna elettorale un confronto pubblico con Pittoni. Perchè rischiare di perdere consenso se si sa di essere già davanti?
In Friuli Venezia Giulia – nonostante il test di limitate dimensioni – non ci sono dunque segnali molto positivi per Renzi e i suoi. E a cogliere gli aspetti favorevoli per il centrodestra ci pensa Massimo Blasoni, vice coordinatore vicario regionale di Forza Italia: «I segnali che provengono da questa regione sono per il centrodestra incoraggianti: da un lato il Partito democratico vede ridursi la sua cifra elettorale, dall’altro ci sono vittorie importanti come quella di Cividale che dimostrano che un centrodestra capace di stare unito ottiene risultati.
I numeri delle liste civiche a Cividale, Varmo e Premariacco suggeriscono l’idea che esistano anche a centrodestra aggregazioni civiche a rafforzamento dei partiti tradizionali. Di questo bisognerà tener conto per le prossime elezioni comunali di Trieste e Pordenone». Il guanto di sfida è lanciato.
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