Sciami di cimici cinesi, è allarme

Diverse le telefonate ai vigili del fuoco. Sedegliano chiede alla Regione la calamità naturale

SEDEGLIANO. Invasione della cimice marmorata asiatica in città, ma non solo: anche nel Sedeglianese, in tutta la zona che va da Codroipo, Basiliano, Mereto di Tomba e Flaibano, in alcune aree anche di cavallette lunghe dieci centimetri.

Il caldo umido e il sole hanno favorito l’invasione di migliaia di cimici cosiddette cinesi. Diverse le telefonate ai vigili del fuoco. Il vicesindaco e assessore all’Agricoltura di Sedegliano, Maurizio Rinaldi, ha deciso di chiedere alla Regione lo stato di calamità: oltre ai danni ingenti, ancora non quantificati, provocati al comparto agricolo – «un’incidenza negativa di oltre il 40% sulle produzioni frutticole e orticole –, ci sono i problemi creati alle abitazioni.

Sciame di cimici, gente bloccata in casa

A tale proposito interviene l’assessore regionale all’Agricoltura Cristiano Schaurli: «Abbiamo fatto tutto il possibile. Siamo vicini agli agricoltori del Medio Friuli e siamo consapevoli dei danni provocati, infatti abbiamo attivato il fondo emergenza di agricoltura per il ristoro. Purtroppo le cimici sono resistenti a tutti i trattamenti chimici. Quello che abbiamo detto ai Comuni è di fare un lavoro importante di soppressione.

Bisogna cercare di uccidere il più alto numero di insetti magari con il metodo più semplice di una soluzione di acqua e sapone – dice l’assessore –. La psicosi che si viene a creare è conseguente al fatto che gli insetti si muovono in grande numero a sciami, però non pungono e non sono veicoli infettivi.

La Comunità Europea – aggiunge – li considera insetti insradicabili. Abbiamo avuto due inverni non freddi e questo ha favorito il riprodursi della specie alloctona che trova nelle abitazioni dismesse il suo habitat migliore per superare l’inverno».

Decine, come si diceva, le chiamate ai Vigili del Fuoco di Udine perché la gente aveva anche timore di uscire di casa: come detto dall’assessore Schaurli gli insetti si muovono in vere e proprie nuvole di sciami alzandosi dalle coltivazioni per cercare riparo sui muri sotto le grondaie e in altri anfratti.

Il picco del fenomeno nella tarda mattinata, favorito dalle miti temperature gli insetti sono usciti allo scoperto per prepararsi a “svernare” in luoghi più riparati. «Una cosa così non si era mai vista» commenta una signora di San Lorenzo che abita all’interno di una lottizzazione. Dove non ci sono le zanzariere che fanno da barriera alla loro entrata nelle case invadono tutto anche la tavola imbandita per il pranzo.

«Non c’è soluzione, si continua a dire che non sono nocive all’uomo, però, il fenomeno in questi ultimi tre anni è aumentato, ora siamo invasi da cimici nere, verdi e pure di cavallette. Il trattamento ha una breve durata, tre o quattro giorni soltanto, poi si ritorna come prima se non peggio».

La gente è infastidita. L’amministrazione comunale segue da vicino la situazione, la Regione è attenta al fenomeno che è allo studio anche dell’Ersa. Il problema è di difficile soluzione.

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