Sciopero dei lavoratori della Base americana di Aviano: sale la protesta contro i 44 esuberi

L’iniziativa è stata indetta per la giornata di lunedì 4 novembre, Fisascat Cisl e UilTucs: violati gli accordi bilaterali e incentivi all’esodo irrituali. A rischio altri 29 posti

Ilaria Purassanta
Davide Fregona e Angelo Zaccaria (foto Brisotto/ Petrussi) e uno degli ingressi della base di Aviano
Davide Fregona e Angelo Zaccaria (foto Brisotto/ Petrussi) e uno degli ingressi della base di Aviano

Sciopero generale, lunedì 4 novembre, contro i 44 esuberi dei lavoratori italiani nella base di Aviano, annunciati dall’Aafes, Army air force exchange service. A proclamarlo Fisascat Cisl e Uiltucs-Uil, con i coordinatori Davide Fregona e Angelo Zaccaria. Supporteranno la protesta anche i lavoratori delle altre basi Usa in Italia: Sigonella, Napoli, Livorno e Vicenza. Da quest’ultima partirà una corriera per Aviano.

Il cancello sud, Gate 9, sarà presidiato dai lavoratori tutto il giorno, già dalle 7 del mattino. Alle 11.30 sono attesi il comizio e gli interventi delle autorità. Lo sciopero sarà preceduto, sabato 2 novembre, in piazzetta Cavour a Pordenone dalle 10 alle 12, da un’iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica con gazebo e volantinaggio.

I sindacati: la Base Usaf Aviano annuncia 44 licenziamenti

Fregona e Zaccaria hanno riepilogato le tappe dell’impasse. I servizi commerciali della base hanno calendarizzato i primi 40 esuberi a marzo 2025, a settembre quelli dei 4 professionisti dell’ufficio paghe e contabilità. I nominativi degli interessati saranno comunicati però a metà novembre. Altre 29 posizioni dell’Aafes sono «sotto osservazione».

«Parliamo di oltre un terzo della forza lavoro dell’attività, che conta 151 lavoratori, più 10 posti vacanti». Complessivamente alla base sono impiegati 768 dipendenti civili.

Aafes ha annunciato la chiusura del Four season in via Pedemonte (14 dipendenti) in centro ad Aviano: sarà accorpato al negozio presente in aeroporto. I conti, per i sindacalisti, non tornano. Come si arriva ai 44 esuberi? Fregona e Zaccaria temono che sia solo l’inizio di ulteriori tagli all’occupazione. «Parliamo di 44 famiglie, molte delle quali monoreddito, per la maggior parte donne, buttate in mezzo alla strada, con mutui da pagare, figli da mandare a scuola.

La riduzione del personale è stata motivata con questioni economiche: l’attività è in perdita del 350%. «La contropartita delle servitù militari – hanno osservato i sindacalisti –è rappresentata da indotto e occupazione, se mancano quelle, restano solo disguidi». Fisascat e Uiltucs hanno chiesto di vedere i numeri, per stilare un piano di rilancio, ma gli sono stati negati.

I sindacalisti hanno segnalato che sono stati proposti incentivi all’esodo dai 3 mila agli 8 mila dollari a tutti i 151 dipendenti, anche con modalità irrituali. «Hanno telefonato a una dipendente mentre si trovava in sala travaglio» ha rivelato Zaccaria.

Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno trovato nel generale Tad D. Clark, comandante del 31st Fighter Wing, un interlocutore attento: «Ha ordinato il blocco delle assunzioni, per consentire il riassorbimento degli esuberi, ma qualcuno lo ha scavalcato, facendole riaprire». Aafes invece ha «innalzato un muro». Per ciò i sindacati hanno «alzato il tiro».

Zaccaria ha evidenziato che Aafes vuole appaltare a una società esterna l’ufficio paghe, in violazione degli accordi bilaterali Italia-Usa. Si rischiano, secondo Zaccaria, «gravissime tensioni sociali». Da qui la richiesta di un intervento forte del governo. «Non saremo soli. Le istituzioni sono al nostro fianco, ma noi come sindacato abbiamo deciso di indire la manifestazione» hanno sottolineato Fregona e Zaccaria. «Il governo attraverso i ministri pordenonesi è presente, il presidente Massimiliano Fedriga ha chiesto un incontro, tramite l’assessore Alessia Rosolen, per entrare nel merito delle problematiche e fare tutto quello che è nelle sue possibilità per portare le nostre istanze a Roma».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto