Truffa per le scommesse, il ristoratore Giordano al pm: «Nessun accordo con Okoye»
Il riferimento è il flusso anomalo di scommesse sulla partita dello scorso campionato di serie A tra Lazio e Udinese e, in particolare, sulla possibilità che il numero 40 potesse essere ammonito
«Stiamo valutando di sottoporre a breve, all’attenzione del pubblico ministero, una istanza di archiviazione del procedimento». È fiducioso, l’avvocato Vincenzo Cinque, al termine dell’interrogatorio del suo assistito, Diego Giordano, ristoratore locale indagato con almeno altre tre persone, tra le quali il portiere dell’Udinese Maduka Okoye, in un’inchiesta per truffa. Il riferimento è il flusso anomalo di scommesse sulla partita dello scorso campionato di serie A tra Lazio e Udinese e, in particolare, sulla possibilità che il numero 40 potesse essere ammonito, come poi è effettivamente avvenuto al diciannovesimo del secondo tempo.
Nel corso di oltre due ore di interrogatorio – incominciato verso le 11 e terminato poco dopo le 13.20 –, «il mio assistito – ha spiegato Cinque – ha fornito al pm Maria Caterina Pace ampi chiarimenti al fine di dimostrare la sua estraneità ai fatti, l’insussistenza del reato contestato e l’inesistenza di qualsivoglia accordo con i calciatori. Il flusso anomalo di registrazioni dello Snai non è imputabile al nostro assistito, che all’epoca scommise poche centinaia di euro». Pare quindi ridimensionarsi la posizione di Giordano dal momento che dalle indagini risulterebbe invece che i flussi anomali siano stati posti in essere da un numero rilevante di soggetti per importi di gran lunga più elevati.
«Sono veramente soddisfatto dell’incontro con il pubblico ministero e la polizia giudiziaria – ha chiarito anche Giordano –, perché mi è stata data la possibilità di smentire qualsiasi accordo e di chiarire ogni aspetto di questa vicenda in seguito alla quale sono stato messo alla gogna per fatti totalmente insussistenti e che hanno danneggiato la mia onorabilità e i miei rapporti con la società Udinese Calcio».
Chi sono gli altri indagati
Nel registro degli indagati sono finiti, oltre al portiere bianconero e al ristoratore, anche l’imprenditore Mario Bordon e il titolare del punto Snai di viale Tricesimo Zhang Lingling. Tutti – unitamente pare ad altri soggetti allo stato non indagati – sono stati sottoposti a una perquisizione da parte del personale della Squadra mobile, finalizzata al ritrovamento delle ricevute delle giocate effettuate. A dare il via agli accertamenti è stato l’algoritmo della Snai che ha portato all’attenzione dell’Agenzia dogane e monopoli l’anomalia di puntate sulla partita dello scorso 11 marzo allo stadio Olimpico. Allertata la Procura della Figc, quest’ultima ha coinvolto la Procura di Udine. Al vaglio della polizia giudiziaria ogni segnalazione che testimoni ulteriori anomalie di puntate oltre a quella rilevata per la gara dell’11 marzo. Okoye, al momento, è l’unico calciatore coinvolto nell’indagine. Prima del termine dell’inchiesta e quindi prima che il fascicolo torni alla Procura federale al fine di accertare eventuali responsabilità sportive del portiere, non si può escludere che altri colleghi del giocatore possano venire coinvolti nei fatti.
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