Scontro tra Pdl e Fi sui tagli al personale
TRIESTE. È appena nata è già sconquassa gli equilibri (fragili) del centrodestra. La fondazione, per ora solo teorica, del gruppo di Forza Italia non crea solo un nodo politico, ma anche pratico. La parte concreta sta nel personale assunto dai gruppi e da quello del Pdl in particolare.
Alessandro Colautti, capogruppo pidiellino, è costretto a trovare una soluzione per non licenziare collaboratori. Ieri sera, chiusa la seduta del Consiglio, durante un lungo summit tra Pdl e Fi si è cercato di individuare quella soluzione. Che ancora non c’è. La delicatezza della partita è dimostrata da un ritorno, temporaneo, quello di Daniele Galasso, ex capogruppo del Pdl, che ha partecipato alla riunione triestina.
Il caso nasce da un gruppo che si è ridotto e dai tagli imposti dal decreto Monti e dalla riforma ai costi della politica che il Consiglio sta per approvare. Una riforma che costringe a ridurre anche il budget per i collaboratori, che non potrà superare i 2 milioni 460 mila euro l’anno complessivi per le otto attuali compagini consiliari. Il Pdl ha cominciato l’attuale consiliatura con otto consiglieri eletti e aveva a disposizione, secondo le vecchie regole, otto caselle da riempire con i dipendenti.
E così ha fatto, attraverso una mediazione, a tratti faticosa, portata avanti proprio da Colautti. L’organico del gruppo costa al momento 474 mila euro, ma le imposizioni romane e la riforma costringono il Pdl a limare la spesa di circa 110 mila euro, riducendo gli oneri dei contratti oppure trasformandoli da tempo pieno a part time. Questa almeno era l’intenzione dei consiglieri prima che sul Pdl planasse la voglia di Elio De Anna e Bruno Marini di lasciare i colleghi per passare a Fi.
Il regolamento del Consiglio, però, consente la formazione di un nuovo gruppo con un minimo di tre componenti. Nell’attesa di fare proseliti, quindi, i due si sono accomodati nel Misto, che oggi conta quattro consiglieri, quattro collaboratori già assunti e potrebbe assumerne altri. Il Pdl, invece, è passato a sei componenti e, questione di giorni, si trova costretto a tagliare un dipendente. Scegliere a chi rinunciare è impresa titanica.
Il summit di ieri sera serviva a trovare un accordo per non mandare a casa nessuno, ma un’intesa ancora non c’è. Perché avendo a disposizione nuovi spazi anche De Anna (ieri sera assente all’incontro) e Marini (presente) puntano ad avare un loro fidato collaboratore. L’ex assessore vuole Patrizia Armaroli, già dipendente della Regione e sua segretaria particolare nel quinquennio appena trascorso. Marini, invece, cerca posto per l’amico e collaboratore Maurizio Marzi.
L’idea del Pdl è quella del passaggio di un proprio dipendente al gruppo Misto, ma De Anna e Marini non sembrano avere alcuna intenzione di rinunciare ai propri nomi. Tra Colautti, Galasso e Marini sono anche scoppiate scintille, perché qualcuno un passo indietro dovrà farlo. Nell’attesa resta la tensione tra gli esponenti di due gruppi, il Pdl e la nuova Fi, dal futuro incerto.
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