Scossa nella notte in Carnia: è la scia di quella di febbraio

A Forni di Sotto la gente si sveglia alle 4.40, qualcuno scende in strada. Nessuna relazione col sisma avvertito dopo pochi minuti nel centro Italia

UDINE. In Carnia, la terra è tornata a tremare. È successo la scorsa notte alle 4.40. A quell’ora la gente è stata svegliata da una scossa di terremoto di magnitudo 2.5 e, come sempre accade, il pensiero è volato al 6 maggio 1976.

Ad alimentare il panico è stato il boato che ha anticipato il movimento tellurico. In molti si sono alzati e non sono più tornati a letto anche perché, pochi minuti dopo, alle 5.11, sui social hanno iniziato a circolare le notizie della nuova scossa avvertita nelle Marche che ha provocato altri danni nel maceratese.

Tutti hanno pensato che i due eventi potessero essere collegati salvo scoprire poi che, invece, la scossa di Forni di Sotto si colloca nella scia di assestamento del terremoto che a febbraio aveva fatto ballare l’area tra Forni di Sopra, Forni di Sotto, Sappada, Claut, Sauris fino a Cimolais

«Si tratta della sequenza sismica del movimento tellurico dello scorso 25 febbraio, la sismicità di fondo è normale nell’area in cui si è verificata», ha fatto sapere il ricercatore del Centro di ricerche sismologiche dell’Ogs, Gianni Bressan, continuando a osservare il monitor attraverso il quale viene rilevato ogni minimo movimento. La scossa delle 4.40 è stata registrata a 8,7 chilometri di profondità.

Trattandosi di una scossa di assestamento legata a un evento precedente, Bressan ha ribadito che il movimento tellurico di Forni di Sotto non va collegato, nella maniera più assoluta, al sisma di Macerata. «Dal 2016, a Macerata è in atto uno sciamo sismico prolungato che ha trovato la sua massima espressione nella scossa più a nord-ovest in ottobre, è uno sciame con una sua evoluzione che non ha nulla a che vedere con la sismicità registrata a Forni di Sotto».

Bressan ne è certo, non ha caso ha ripetuto che a Forni di Sotto «siamo di fronte a una normale fase di attività sismica bassa, piuttosto rarefatta nel tempo». Dati alla mano, il ricercatore dell’Ogs ha escluso che Carnia sia sinonimo di area sismica eccezionale.

«Nell’Ottocento non si è verificato nessun terremoto significativo. Nel Novecento, invece, un unico sisma d’intensità massima pari a 7 gradi della scala Mercalli, rilevato il 13 giugno 1959, aveva provocato lievi danni nella zona di Forni di Sopra. Prima – insiste Bressan – non ci sono informazioni storiche significative. Quella zona è interessata da un’attività piuttosto blanda con lunghi periodi di quiescenza».

Pur trattandosi di attività blanda, in Friuli le scosse di terremoto provocano sempre una certa apprensione. L’altra notte, è sceso in strada anche il sindaco di Forni di Sotto, Marco Lenna, il quale non ha mancato di effettuare una prima ricognizione per accertarsi che non ci fossero da affrontare eventuali criticità.

Come detto, però, la lieve scossa di terremoto non ha provocato danni né alle persone né alle cose. Solo una gran paura accompagnata da altrettanta preoccupazione per le popolazione del centro Italia che stentano a tornare alla normalità. E il Friuli resta al loro fianco.

(ha collaborato Gino Grillo)

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