Scritta fascista in canonica a Pontebba, il nipote di Mussolini: l'ho fatta io

PONTEBBA. È di un autore conosciuto la scritta fascista comparsa sul muro della canonica della parrocchia di San Leopoldo, a Pontebba, che recitava (è stata cancellata dal personale del comune): “Per un mondo più pulito torna in vita zio Benito!”.
A scrivere la frase è stato, per sua ammissione, Davide Fabbri, nientemeno che un pronipote di Mussolini – come racconta il diretto interessato – che si è autodenunciato, segnalando un tanto anche sul suo profilo Facebook e su Twitter.
«Per evitare che siano coinvolte altre persone che non centrano nulla», ha precisato al telefono il personaggio, già noto anche per accese polemiche e battaglie legali con politici della scena nazionale e anche per lo scontro con Simona Ventura, nel 2011, quando Davide Fabbri, 49enne ballerino di Ravenna, noto anche con il sopranome di “Vichingo”, partecipò, infatti, alla trasmissione “L’Isola dei famosi”, ma poi si scoprì, dopo la polemica per la sconfitta al televoto, ch’era il nipote del Duce. Insomma, Fabbri non è nuovo alla ribalta della cronaca.

«La frase – ci ha detto Fabbri – l’ho scritta durante una sosta dagli amici in Valcanale che mi hanno informato su quanto sta accadendo a Pontebba, mentre ero in viaggio dall’Ungheria, dove vive mia figlia, per raggiungere Gorizia, dove, sabato scorso volevo partecipare a una manifestazione con il fine di evidenziare il problema degli arrivi di immigrati, ma che non si è potuta svolgere perché non è stata autorizzata dalle autorità. E ancora non capisco il perché del diniego.
Ho fatto anche un esposto alla procura – aggiunge –, per segnalare la gravità della situazione che potrebbe precipitare ai confini d’Italia, in quanto nel soggiorno in Ungheria ho assistito a programmi televisivi dove, a chi si preoccupava del fatto che elevare muri sulla rotta balcanica avrebbe comportato come conseguenza il mettere a repentaglio la vita di donne e bambini, è stato risposto che una chiusura, invece, non comporterebbe trauma alcuno, ma solamente un cambiamento d’itinerario, ossia di meta, l’Italia, perché è nel Bel paese che ora vogliono andare. È una eventualità che si potrebbe verificare a breve».
Una scritta inneggiante al fascismo, questo ha provocato le accese polemiche. «Nulla di questo nella mia intenzione – ci ha detto –, io voglio solamente fare il bene della patria, dell’Italia e degli italiani, dei tanti concittadini che soffrono in situazione di bisogno incredibile e dei quali nessuno si preoccupa».
Ma come è nipote di Mussolini? «Dalla parte di Donna Rachele Guidi ch’era anche la madrina di mia madre».
La scritta, comparsa nel paesino di San Leopoldo, su di un edificio che, una volta ristrutturato potrebbe ospitare alcuni immigrati minorenni, grazie anche alla disponibilità del parroco e della Caritas, ha, comunque, suscitato larga riprovazione fra la popolazione e il sindaco Ivan Buzzi, s’è subito premurato di fare sentire la solidarietà di tutti al parroco don Arduino Codutti, del quale è ben nota la disponibilità a intraprendere ogni azione per alleviare le sofferenze del prossimo. E anche provvedendo a incaricare il personale di cancellare la frase scritta con vernice nera.
Sull’episodio continuano gli accertamenti dei carabinieri che ora hanno un motivo di approfondimento. Il luogotenente Gianni Sappada, vice comandante della compagnia di Tarvisio, reparto da cui dipende la stazione di Pontebba, ci ha dichiarato, appunto, che hanno notato su facebook la precisazione di Davide Fabbri e che quanto prima sarà preso contatto con l’uomo.
Intanto, sul fronte degli arrivi di migranti, fenomeno in lieve ripresa dopo alcuni giorni di pausa, ieri pomeriggio, i carabinieri hanno rintracciato a Tarvisio Basso tre cittadini del Bangladesh.
Si tratta, stando alle loro dichiarazioni, di tre minorenni. Quindi dopo l’espletamento delle pratiche di identificazione, ieri sera sono stati avviati ad una struttura abilitata all’accoglienza di minori.
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