Scrive ai dipendenti: «Non mollerò»

Gianni Sandrin, alla guida del Gruppo Rosa: «Per fare l’imprenditore oggi servono orgoglio, coraggio e incoscienza»

PORDENONE. Le difficoltà non mancano, ma Gianni Sandrin, alla guida del Gruppo Rosa, non intende mollare. La tentazione di gettare la spugna, in tempi di crisi come quelli attuali, è forte: l’imprenditore, però, preferisce continuare a lottare.

Lo fa non soltanto per orgoglio personale, ma soprattutto per gli oltre mille dipendenti del Gruppo, 350 dei quali operano nei tre stabilimenti della provincia, ossia la Rosa Plast di Spilimbergo e la Rosa Service e la Rosa srl di Porcia. Dipendenti che hanno contribuito a costruire la storia di questo colosso industriale, lunga mezzo secolo, e dai quali, ogni giorno, trae la forza per andare avanti.

Sandrin non ha timore a raccontare quanto sia difficile fare l’imprenditore oggi e, soprattutto, non ha paura di farlo dinanzi ai lavoratori: sul portale web dell’azienda, in occasione delle festività pasquali, ha pubblicato un messaggio carico di speranza e impegno per il futuro. Un futuro in cui il vertice del Gruppo crede.

«Fare l’imprenditore, al giorno d’oggi, è difficile – scrive Sandrin –. Per esserlo servono orgoglio, coraggio e incoscienza. Se viene meno una di queste componenti, la tentazione di mollare è inevitabile. La supero per non vanificare le rinunce e i sacrifici che abbiamo fatto in cinquant’anni di attività, mediante i quali il Gruppo, con oltre mille dipendenti, ha raggiunto prestigio internazionale. Anche il vostro comportamento contribuisce a darmi forza: accade quando nei reparti i nostri sguardi si incontrano e, mentre constatano l’inesorabile trascorrere del tempo, con silenziosa eloquenza volete dirmi “Non mollare, abbi fiducia in te stesso e in noi”».

Il pensiero di Sadrin va anche alle famiglie dei lavoratori. «Soprattutto mi dà forza il pensarvi seduti a un tavolo mentre, orgogliosi, osservate lo spettacolo della vostra famiglia consumare il frutto del vostro lavoro – prosegue –. Per non avere avuto coraggio, non voglio immaginare il giorno in cui, incontrandovi, dovrò abbassare lo sguardo, provare vergogna e rimorso. Vi assicuro che non mollerò e per questo sto organizzando il rinnovamento. Per continuare a mantenere alto il prestigio del Gruppo».

Infine, un grazie agli addetti: «La precarietà di questi tempi toglie serenità al lavoro, perciò vi ringrazio per l’accettazione senza clamori, per la disponibilità e l’adeguamento ai nuovi modelli e nuovi ritmi che ci vengono imposti. Con l’orgoglio di avere realizzato questa stupenda realtà, che ci ha dato tanto, continueremo a immaginare migliaia di tavole imbandite e a guardare figli e nipoti, ai quali abbiamo trasmesso la nostra esperienza e determinazione, per essere i nuovi artefici della sua espansione».

Un messaggio che è arrivato al cuore delle maestranze.

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